Rifiuti, dissesto, parcheggi abusivi: sono alcuni dei temopi affrontati daAlessandra Clemente, Antonio Bassolino e Catello Maresca – coordinati dal direttore del quotidiano Federico Monga – nel confronto elettorale a tre organizzato da Il Mattino. Assente, come noto, Gaetano Manfredi.
Il clima, a smentire proprio Manfredi, è disteso e appunto sereno. Non mancano bordate reciproche e la più bersagliata appare la giovane Alessandra Clemente che, reduce dall’amministrazione uscente, anzi in dismissione, di Luigi De Magistris, è costretta a più riprese a fare da capro espiatorio e a parare colpi. Bassolino non si smentisce: animale politico, non ha perso la grinta degli anni da sindaco e da ministro di Governo. Più ingessato e formale Maresca.
Il fallimento di Napoli
Sulla catastrofe debitoria di Napoli, acuitasi mentre governava De Magistris, Alessandra Clemente è brava a smarcarsi allargando il problema:« Un Comune su tre al Sud è in dissesto – dice usando un tema caro al suo padrino politico, il primo cittadino uscente – E’ un problema strutturale e il prossimo sindaco dovrà lavorare affinché finiscano le diseguaglianze tra Nord e Sud. Deve essere garante». Poi la bordata a Manfredi e alla famosa legge salva Napoli da lui invocata quando pose l’ultimatum alla sua candidatura: «Serve una legge nazionale – dice Clemente – Mi chiedo perché Conte (ieri a Napoli per sostenere Manfredi ndr) non ci abbia pensato prima e ora invece si voglia cucire una legge a misura di candidato». La sua ricetta per uscire dalla crisi, infine, passa anche per la digitalizzazione della macchina comunale e del servizio di riscossione.
Antonio Bassolino ritiene che la salvezza futura di Napoli passerà invece dal rapporto con Roma: «Bisogna avere un rapporto con il Governo Draghi – dichiara – Il sindaco appena eletto dovrà chiamare prima Mattarella, poi Mario Draghi per stabilire un piano di interventi per la città affinché esca dalla morsa di debiti in cui si trova». Il richiamo al rapporto con il governo e con le istituzioni romane nelle risposte di Bassolino torna spesso, a segnare evidentemente uno spartiacque con una gestione invece isolata e ‘anarchica’ del sindaco uscente.
Per Catello Maresca, visti «la spesa corrente troppo alta e il deficit strutturale», la soluzione passa per l’elaborazione di «strategie di intervento perché il debito non va trasmesso ai nostri figli. Bisogna rifondare la macchina amministrativa, sistemando anche il servizio di riscossione».
«Paghiamo tanto per avere servizi non all’altezza – aggiunge in seguito il magistrato in aspettativa a proposito di evasione fiscale – Bisogna pagare tutti per pagare di meno, e non è uno slogan: dall’occupazione di suolo pubblico alle attività commerciali. Bisogna rifare i regolamenti e gestire correttamente il patrimonio immobiliare. Non si ripetano più casi come le M onachelle, territorio del Comune di Napoli a Pozzuoli, occupato dai centri sociali». Anche qui, stoccate all’era De Magistris.
In tema di evasione dei tributi locali Bassolino invoca il miglioramento della gestione ordinaria, in cui fa rientrare anche il servizio di riscossione, al fine di avere conti più in salute «e aumentare la propria forza al cospetto delle istituzioni governative». «Basta vittimismo napoletano – aggiunge – dobbiamo dimostrare di saper fare».
Alessandra Clemente ribadisce che serve la «digitalizzazione della macchina amministrativa». Ma anche «assumere nuovo personale, investire sulle risorse umane che oggi al Comune, passato da 10mila a 5mila unità a causa della legge Fornero, mancano».
Verde pubblico e parcheggiatori abusivi
Il verde pubblico a Napoli è in condizioni pietose. Lo riconoscono tutti, sebbene Clemente tenti una difesa di (ex)squadra. Come uscirne? Cercando forse una collaborazione col privato che però con DeMa è miseramente fallita per esempio nel caso della Villa Comuale, prima affidata a privati e poi tornata in mano alla gestione comunale dopo la pressione delle opposizioni? Alessandra Clemente dice che, sì, serve la collaborazione coi privati ma che c’è un problema fondamentale: manca l’acqua: «Manca l’irrigazione automatizzata, mancano le autobotti». Maresca le fa notare che è quantomeno strano accorgersene dopo dieci anni di Governo, e che serve di più: «I luoghi pubblici di Napoli sono stati devastati. Bisogna collaborare coi privati sotto stretto controllo pubblico. Qui però sono accadute cose assurde. Manca l’acqua, ma c’erano anche giardinieri senza strumenti». Per Bassolino più che il privato, la cui partecipazione è comunque bene accetta, deve fare il Comune per evitare scempi come il Virgiliano: «Bisogna puntare sui fondi del Pnrr (i fondi europei del Recovery Plan ndr) che non a caso in un capitolo prevede la riforestazione urbana. Servono esperti per recuperare il verde di Napoli».
Sulla piaga dei parcheggiatori abusivi le ricette sono tre. Bassolino: rafforzare la polizia municipale e coordinarla con le forze dell’ordine. Clemente: pianificare più parcheggi pubblici con Anm così da dare anche lavoro. Maresca: non limitarsi alla repressione ma creare cooperative sociali per ‘annettere’ gli abusivi senza legami con la camorra.
Rifiuti
Tema delicatissimo e non solo perché siamo nella città in perenne emergenza. Tra i partecipanti c’è anche Bassolino, che porta per molti lo stigma del periodo emergenziale della Campania. La domanda verte soprattutto sulla necessità di nuovi impianti, argomento divisivo a Napoli e nei territori della Città metropolitana. Maresca cita l’esempio della A2A, società che gestisce impianti in Lombardia e il termovalorizzatore di Acerra: «Altro che Asìa – dice – Bisogna incentivare Acerra e puntare sulla raccolta differenziata potenziando il servizio». Non parla di impianti e non lo fa Clemente che invece punta su «rifiuti zero, educazione ambientale agli adulti, sanzioni salate a chi viola le regole». Gli impianti? Li deciderà il sindaco della Città metropolitana (quindi il sindaco di Napoli) nell’ambito di una pianificazione.
Bassolino deve difendere le sue scelte, come quella condivisa con l’allora Governo Berlusconi di fare il termovalorizzatore ad Acerra: «Mi chiedo spesso come saremmo messi oggi senza quell’impianto – dichiara – Bisogna completare il ciclo dei rifiuti con gli impianti di compostaggio. Ovviamente tutto in ottica di area metropolitana».
mercoledì, 8 Settembre 2021 - 08:23
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