‘Modello Riace’, Lucano condannato a 13 anni: dovrà restituire 500mila euro. Letta accusa i giudici, Salvini gongola

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Mimmo Lucano, già sindaco di Riace

Una mazzata. Sul piano processuale. Che fa insorgere in coro i politici del centrosinistra. Con Enrico Letta che punta l’indice contro i giudici firmatari della sentenza accusandoli di avere dato «un messaggio terribile, pesantissimo, che credo farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura».

Nella tarda mattinata di oggi Mimmo Lucano, l’ormai ex sindaco di Riace e che alle prossime elezioni regionali calabresi di domenica e lunedì è candidato nelle liste dell’ex giudice De Magistris, è stato condannato dal Tribunale di Locri (presidente Fulvio Accurso), dopo circa 4 ore di camera di consiglio, a 13 anni e 2 mesi di reclusione al termine del processo “Xenia” per i reati di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una condanna severissima, superiore alle richieste della procura: il rappresentante della pubblica accusa aveva proposto 7 anni e 11 mesi di reclusione. A Lucano si contestava l’avere lucrato sui fondi che il Comune aveva percepito per la gestione dei migranti. L’ex sindaco, inoltre, dovrà restituire 500mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal Governo proprio in relazione a quel “modello Riace” per l’accoglienza ai migranti che aveva reso il borgo della Locride famoso in tutto il mondo.

Incredulo Mimmo Lucano: «Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione». «Grazie, comunque, lo stesso – ha aggiunto Lucano – ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica». «Io non ho niente, mia moglie fa un lavoro umile pulendo le case delle persone. Mi sono schierato dalla parte degli umili, ho immaginato di partecipare al riscatto della mia terra. Oggi però per me finisce tutto, è stata pesantissima. Non so se per i delitti di mafia ci sono pene simili. Per me è un momento difficile, non so cosa farò», ha aggiunto in un’intervista a LaCnews24.it. Gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua hanno annunciato ricorso in Appello: «Una sentenza lunare e una condanna esorbitante che contrastano totalmente con le evidenze processuali».

La sentenza del Tribunale di Locri, di cui si attendono le motivazioni, ha innescato un turbinio di reazioni politiche. Il centrosinistra, compatto, ha fatto quadrato attorno a Lucano, definendo in coro il verdetto abnorme. Difende Lucano anche Luigi de Magistris: «Per me Mimmo Lucano è un uomo giusto, un simbolo di umanità e di fratellanza universale. Non si è mai girato dall’altra parte di fronte alla richiesta di vita di esseri umani diversi. Per me Lucano è l’antitesi del crimine». Restano pesanti le parole di Enrico Letta a Porta a Porta: «Credo che con la condanna di Lucano si dia un messaggio terribile, pesantissimo, un messaggio che io credo alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura. Sono molto colpito. Quello che è successo è incredibile: il raddoppio rispetto a quanto chiesto dal pm, non so quante volte capita. Sono esterrefatto per quanto è accaduto».

Fuori dal coro Matteo Salvini, che non si lascia scappare l’occasione per infiammare il suo elettorato in questi ultimi giorni che separano i calabresi dal voto: «La Calabria non merita truffatori e amici dei clandestini. Sono orgoglioso di tornare in quella splendida terra, domani, e chiudere la campagna elettorale a Catanzaro e Reggio Calabria», ha scritto su Twitter. E ancora: «Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere!».

giovedì, 30 Settembre 2021 - 20:20
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