Uccisi a Ercolano: «Tullio e Giuseppe freddati, non avevano scampo». Ventisei minuti tra gli spari e la chiamata al 112

omicidio ercolano pagliaro fusella (foto kontrolab)
Il luogo dell'omicidio di Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella (foto Kontrolab)

Uccisi a freddo e senza alcuna possibilità di sottrarsi alla morte. Tullio e Giuseppe non potevano salvarsi perché contro di loro si è scatenata la irrazionale ma mirata furia del loro omicida. Vincenzo Palumbo ha sparato da distanza ravvicinata, senza che nulla potesse frapporsi tra lui e le vittime. Nemmeno un barlume di consapevolezza del fatto che stava di fatto togliendo la vita a due persone, due innocenti, e sconvolgendo per sempre la vita sua e dei suoi familiari.

E’ tutto nero su bianco nell’ordinanza con cui il gip di Napoli Carla Sarno ha disposto che l’autotrasportatore resti in carcere.  I ragazzi uccisi a Ercolano «non potevano avere scampo» scrive il gip ripercorrendo gli istanti terribili di quella notte di sangue in cui, dal balcone della sua abitazione, secondo la ricostruzione degli investigatori, Vincenzo Palumbo ha esploso 11 colpi di pistola contro l’auto uccidendo i due giovani.

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Secondo il gip «è evidente la volontà di Palumbo di ucciderli a freddo» e la ricostruzione dei fatti denota «un’incontrollabile aggressività, nonché un’allarmante pervicacia nell’intento delittuoso». Ricostruzione dei fatti che è stata facilitata dall’esame dei video estrapolati dall’impianto di sorveglianza dei vicini di casa di Palumbo, dai quali è emerso che dal momento degli spari, avvenuto tra le 00.25 e le 00.28 del 29 ottobre, alla successiva chiamata effettuata da Palumbo al 112, “erano trascorsi almeno 26 minuti”.

Dall’esame delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza di un vicino di casa di Palumbo si è accertato che il 53enne ha sparato 11 colpi di arma da fuoco all’indirizzo dell’auto mentre questa era in moto e si stava allontanando velocemente dal luogo in cui si trova l’abitazione. Dalla visione delle immagini, scrive il gip, appare chiaro che «Palumbo si trovava sul balcone del suo appartamento, che è sopraelevato di circa 2-3 metri rispetto alla strada». Palumbo quindi «sparava dall’alto verso il basso puntando contro l’autovettura», circostanza compatibile con il ritrovamento, da parte dei Carabinieri accorsi sul posto, di fori di ingresso di proiettili sia sul parabrezza che sul tettuccio dell’auto.

La visione delle immagini, scrive ancora il gip, inoltre «dimostra che l’autovettura delle vittime che si stava allontanando è stata bersagliata da ben 11 colpi esplosi dal Palumbo. Le vittime non potevano avere scampo, considerato che era davvero ridotta la distanza dell’auto su cui viaggiavano i due giovani e la raffica di colpi di arma da fuoco esplosa da Palumbo, soggetto avvezzo all’uso delle armi, in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d’armi». Dopo essere stata raggiunta dai colpi di pistola, l’auto sulla quale viaggiavano i due giovani ha impattato contro un muretto. Dopo circa 10 minuti, sempre secondo la ricostruzione basata sulle immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza, «si vede Palumbo uscire di casa, dirigersi verso l’autovettura, fermarsi poco distante e poi tornare a casa».

Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella frequentavano abitualmente la zona di via Marsiglia, in località San Vito. A spiegarlo sono stati gli amici dei due ragazzi, ascoltati dagli investigatori impegnati a ricostruire il duplice omicidio. Un’amica ha spiegato che Tullio e Giuseppe «erano amici da anni ed entrambi erano soliti frequentare la zona di San Vito, in quanto qui abitano alcuni amici e di solito Tullio si recava per fare footing o per andare a giocare a calcetto in un campo situato poco distante». Un altro amico ha riferito che i due amici erano soliti recarsi in quella zona a tarda sera perché Tullio Pagliaro lavorava nell’azienda familiare nel mercato dei fiori dalle 3 alle 9 del mattino «e quindi di consuetudine chiedeva agli amici di fargli compagnia fino a quell’ora, per evitare di tornare a casa e prendere sonno».

Un terzo amico dei due ragazzi, ascoltato dagli investigatori, ha aggiunto che a volte, con altri amici del gruppo, si era fermato a parlare con Tullio e Giuseppe proprio in quella zona.

martedì, 2 Novembre 2021 - 07:53
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