Altri sei mesi per indagare sul conto del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Per vagliare le dichiarazioni dell’imprenditore ‘pentito’ Fiorenzo Zoccola e trovare riscontri forti allo scenario investigativo che sembra vedere il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca (accusato di corruzione) impegnato in prima persona in un gioco di scambi e favori che ha legato a doppio filo alcuni fedelissimi dello ‘sceriffo’ e un manipolo di imprenditori.
La procura della Repubblica di Salerno sta già esaminando i numerosi spunti offerti da Fiorenzo Zoccola, il ras delle coop che ha iniziato a collaborare coi magistrati dopo essere stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un’inchiesta per corruzione relativa alla manutenzione del patrimonio comunale da parte di alcune coop. Manutenzione che, ha osservato il gip Gerardina Romaniello che un mese ha spiccato le misure cautelari, è il frutto di «un consolidato accordo corruttivo».
A seguito di due interrogatori fiumi (per un totale di 15 ore), Zoccola ha ottenuto i domiciliari. A lui è stato contestato di avere ottenuto da parte Nino Savastano, ex assessore comunale di Salerno e nel 2020 eletto in Consiglio regionale, «la promessa dell’aggiudicazione e della proroga degli affidamenti degli appalti di servizi pubblici banditi dal Comune di Salerno» in cambio «della promessa di procurare a Savastano sostegno politico» e «voi in vita delle elezioni regionali del settembre 2020».
Proprio l’imprenditore ha riferito, a proposito di Vincenzo De Luca, che lo ‘sceriffo’ gli avrebbe dato indicazioni su come far distribuire i voti delle coop in occasione delle elezioni: 70% dei voti al consigliere regionale, Savastano (già assessore comunale), 30% a Franco Picarone, un altro suo fedelissimo. «Fu Vincenzo De Luca – ha raccontato Zoccola – a dare indicazioni su come distribuire i voti delle coop». Le indicazioni sarebbero state date a Zoccola perché questi sarebbe stato una sorta di uomo cerniera tra il Comune di Salerno e le coop: «Garantivo gli equilibri con il Comune di Salerno, così tutti potevano lavorare».
In tal senso vanno alcune intercettazioni raccolte dagli inquirenti in fase indagini, conversazioni nelle quali Zoccola faceva esplicito riferimento al suo ruolo di ‘raccoglitore’ e distributore di voti in base ai desiderata di De Luca. Parlando con il consigliere regionale Nino Savastano (finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta), Zoccola gli racconta di avere avuto uno scontro con Roberto De Luca (figlio di Vincenzo): «Gli ho detto: ‘stammi a sentire Robrto, ci siamo rotto il c… Avete avuto un’altra dimostrazione che 5 vostri candidati della vecchia guardia hanno fatto il c… a tutti quanti a Salerno. Hanno preso 21mila voti, tuo fratello ne ha presi 2400». Il fratello di Roberto è il deputato del Pd Piero De Luca.
Ma vi è di più. Il 22 giugno del 2020, nel corso di perquisizioni nelle sedi delle società in affari dl Comune, i poliziotti trovarono due appunti. L’intestazione recitava “Promemoria per il Presidente”. Secondo gli inquirenti, il presidente non è altri che Vincenzo De Luca. Su quegli appunti Zoccola aveva stilato una sorta di elenco di interessi che erano a cuore al suo gruppi: lavori e investimenti, ma anche persone da rimuovere o problemi da risolvere. Anche su questo il contributo collaborativo di Zoccola sarà determinante per consentire poi agli inquirenti di andare a cercare i dovuti riscontri.
Infine, vi sono dei riferimenti al governatore che emergono da alcune intercettazioni, i primi elementi che hanno spinto la procura a indagare sul conto di De Luca. La conversazione ‘incriminata’ è quella che intercorre tra Felice Marotta e Enzo Napoli (riconfermato sindaco di Salerno). Marotta dice: «De Luca mi ha fatto un guaio troppo grande. Questo (Zoccola, ndr) si è messo nelle palle, io l’avevo cazziato, l’avevo allontanato e non ci salutavamo anche più. Ma quello (De Luca, ndr) mi chiamò e me lo fece trovare là».
sabato, 6 Novembre 2021 - 09:34
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