Procura di Roma, il Csm (diviso) sceglie Lo Voi. E Viola punta su Dna e Milano

Il magistrato Francesco Lo Voi

Dopo sette anni Francesco Lo Voi lascia Palermo e vola a Roma. E’ lui il nuovo capo della procura della Repubblica della Capitale. Nella giornata di ieri il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha messo un punto alla tribolata nomina del capo dei pm di Roma.

Lo Voi è stato scelto a larga maggioranza: 19 sono stati i voti in suo favore, mentre il suo rivale – il procuratore generale di Firenze Marcello Viola – ha incassato due preferenze. A votare per Viola è stato il ticket Di Matteo-Ardita per il quale il pg di Firenze ha più titoli del procuratore di Palermo. In sede di discussione Di Matteo ha invitato i colleghi a uscire dall’«ipocrisia» e a riconoscere che Viola è stato «ingiustamente penalizzato» da un’intercettazione riportata in maniera approssimativa nell’inchiesta su Palamara.

In tre, invece, hanno preferito astenersi (i laici della Lega Stefano Cavanna e Emanuele Basile e del M5S Fulvio Gigliotti). Il magistrato prende il posto di Michele Prestipino, che era stato scelto dal Csm come procuratore capo nel 2020. Quella decisione fu impugnata sia da Lo Voi che da Marcello Viola, i quali – a colpi di carte bollate – hanno riottenuto la riapertura dei giochi, obbligando il Csm a rivedere l’originaria valutazione. Valutazione che all’epoca subì il peso di un evento che ancora oggi grava sulle spalle della magistratura: mentre il Csm era impegnato nella designazione del successore di Giuseppe Pignatone esplose il caso Palamara. Emersero i tentativi di ingerenze nella nomina propria del nuovo procuratore e per fugare ogni sospetto sul proprio operato il Csm azzerò la procedura in essere che aveva già visto la Quinta Commissione proporre a maggioranza Viola, con Lo Voi e il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo come candidati alternativi di minoranza.

Dopo mesi di stallo fu riaperta la nuova procedura, che portò alla designazione di Prestipino. Circostanza che innescò i ricorsi di Lo Voi e Viola contro i quali Prestipino ha cercato di resistere nelle sedi competenti vedendosi però dare torto. Così ieri si è giunti all’epilogo di questa vicenda che ha messo in discussione anche i criteri di valutazione del Csm.

«La nuova decisione del Csm sul procuratore di Roma rappresenta un punto di svolta in ordine ai limiti della discrezionalità esercitabile dall’organo di autogoverno della magistratura nell’individuazione delle cariche direttive – ha commentato l’avvocato Salvatore Pensabene Lionti, che ha assistito Francesco Lo Voi nel giudizio amministrativo che ha portato all’annullamento della nomina di Michele Prestipino, costringendo Palazzo dei Marescialli a una nuova deliberazione – Se è vero che tali provvedimenti (le nomine ai vertici degli uffici giudiziari, ndr) sono connotati da elevata discrezionalità, è altresì vero che questa non può mai sfociare nella manifesta irragionevolezza e nella violazione di legge». Pensabene Lionti ricorda che nel caso della comparazione tra Lo Voi e Prestipino, secondo Tar Lazio e Consiglio di Stato erano stati «ignorati parametri incontrovertibili dello specifico profilo professionale del magistrato», cosa che conferisce «piena legittimazione per l’intervento del giudice amministrativo, a garanzia della coerenza e della legittimità del sistema».

Per il Csm adesso si aprono nuove decisioni. La designazione del successore di Francesco Greco alla procura di Milano nonché il nuovo capo della Direzione nazionale antimafia, attualmente guidata da Federico Cafiero de Raho che è prossimo alla pensione. Marcello Viola è in corsa per entrambi questi incarichi.

giovedì, 23 Dicembre 2021 - 10:59
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