Il regista ucraino arrestato a Napoli che lotta contra l’estradizione in Russia. Attesa per l’udienza a Napoli


Un altro giorno in carcere. Eugene Lavrenchuk, il regista ucraino detenuto per via di un ordine di carcerazione emesso in Russia, è ancora ristretto nel penitenziario napoletano di Poggioreale. «Sta bene, è fiducioso ed è determinato», ha detto l’avvocato Alfonso Tatarano, che ieri è stato a colloquio con il suo cliente.

Il regista 40enne è stato condannato in Russia a 10 anni di reclusione per appropriazione indebita. E per via di quella condanna si è ritrovato in carcere. Il provvedimento gli è stato notificato il 17 dicembre scorso e da allora Lavrenchuk è bloccato nelle patrie galere. L’ex direttore del Teatro Polacco di Mosca, dell’Odessa Opera and Ballet Theater e della prima scuola ucraina di cinema e teatro era arrivato a Napoli per caso: il suo volo da Tel Aviv a Kiev aveva fatto scalo all’ombra del Vesuvio dove era rimasto per un ritardo. Il B&B dove il regista era stato costretto a soggiornare aveva trasmesso, come da prassi, i suoi documenti alla Questura e lì era venuto a galla che nei suoi confronti vi era un mandato di cattura.

Lo scorso 20 dicembre il regista è stato ascoltato dalla Corte di Appello di Napoli nel corso dell’udienza sulla sua estradizione in Russia alla quale si è opposto fermamente. Ai giudici, in quell’occasione, ha riferito di essere un perseguitato politico e vittima di minacce e aggressione dal giorno in cui si è rifiutato di prendere posizione in merito all’occupazione della Crimea da parte della Russia.

Il regista è, intanto, in attesa di un’udienza per vagliare una misura alternativa alla carcerazione. «La documentazione che abbiamo attualmente a disposizione – ha spiegato Tatarano – non è esaustiva. Nell’ordinanza di convalida dell’arresto si parla di una condanna a 10 anni di reclusione passata in giudicato. Nel fascicolo, invece, si fa riferimento a un procedimento ancora in corso. La Procura Generale ha già fatto richiesta di avere ulteriore e più esaustiva documentazione che però non è stata ancora trasmessa. Solo cosi’ avremo un quadro più completo su questa vicenda». Una volta acquisite le informazioni richieste, la Procura Generale di Napoli trasmetterà le sue decisioni alla Corte di Appello che fisserà, a questo punto, la data della prossima udienza.

Sul web, intanto, è partita la mobilitazione per chiedere la liberazione del regista. Nello specifico su Facebook è attivo il gruppo ‘Free Eugene Lavrenchuk!’. Qui è stata postata anche un’intervista della mamma, Irina, al Tg2. «La nostra famiglia – spiega la donna – è sicura che non abbia mai commesso alcun crimine. Può trattarsi solo di persecuzione per le sue posizioni pro Ucraina e pro Europa e per le sue proteste contro l’annessione della Crimea». «Chiediamo alla comunità internazionale – aggiunge – di supportare Eugene per favorire il suo ritorno a casa».

sabato, 8 Gennaio 2022 - 16:34
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