Scuola, la battaglia in Campania dopo la chiusura decisa da De Luca. Il giorno x dinanzi al Tar, Iv contro lo ‘sceriffo’

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Il clima è pesante. Da domani entrano in vigore nuove misure anti-Covid, disposte dal Governo, che vanno a limitare, ancora di più, la libertà di spostamento e di vita dei cittadini. In Campania, poi, la situazione è più incandescente che mai, dopo la decisione del presidente della Regione Vincenzo De Luca di chiudere a doppia mandata le scuole elementari e medie senza possibilità di Dad.

Dinanzi al Tar pende il ricorso presentato da alcuni genitori contro l’ordinanza che lascia a casa milioni di bambini sino alla fine del mese. Il Tar non ha concesso la sospensiva ma ha ordinato alla Regione di depositare, entro le 11 di domani (lunedì 10 dicembre), l’integrazione della documentazione in base alla quale il governatore ha disposto la chiusura. Stamattina, intanto, è andata in scena, sotto la pioggia, una manifestazione contro la chiusura delle scuole.

La manifestazione, promossa dal gruppo ‘Usciamo dagli schermi’, si è tenuta intorno alle 11.30 in piazza Cavour a Napoli, all’esterno dell’istituto scolastico Casanova-Costantinopoli. Circa una trentina i genitori che si sono ritrovati per ribadire il loro ‘no’ al ripristino della didattica a distanza. Un’iniziativa che è maturata nella notte e che scaturisce ”dalla rabbia”. «Ancora una volta i nostri bambini e adolescenti – spiega Flavia Brescia, di Usciamo dagli schermi – sono vittime del tira e molla, del braccio di ferro tra il presidente De Luca e il Governo e come un anno fa si ritrovano costretti a vivere lo stesso incubo e ad essere gli unici studenti che non possono andare a scuola perché la Campania, come già accaduto l’inverno scorso, è l’unica regione che chiude le scuole e avvia la Dad».

Un provvedimento che alle famiglie proprio non va giù: «Quello che non ci torna – prosegue Brescia – è che nel decreto legge del Governo si afferma che la Dad può essere applicata soltanto in zona rossa. La Campania è ancora classificata zona bianca eppure è l’unica a chiudere le porte alla didattica in presenza. Siamo di fronte a una gestione autoritaria della pandemia da parte del presidente De Luca». E intanto per domani, giorno in cui gli alunni sarebbero dovuti tornare in aula, il gruppo già pensa di promuovere iniziative di protesta. Possibili location sono la sede della Regione Campania o la Prefettura.

Oggi la protesta ha interessato anche Salerno. Genitori, docenti e alunni hanno manifestato per dire ‘no’ alla sospensione della didattica in presenza. In piazza Amendola si sono ritrovati i rappresentanti del coordinamento Scuole Aperte Salerno ma anche i Cobas Scuola ed altre associazioni nate in questi mesi. «E’ mortificante dover ritornare in piazza, siamo sfiduciati e anche un po’ demoralizzati», ha spiegato Gianluca De Martino del coordinamento Scuole Aperte Salerno. «Per noi è una scelta assurda ripensare ancora una volta che la scuola in Dad sia la scelta migliore per questa quarta ondata di contagi. Siamo preoccupati – ha aggiunto – per i contagi come tutti i cittadini. Ma siamo convinti che se si va a scuola c’è più controllo. Non a caso noi chiediamo tamponi rapidi gratis per chi va a scuola». Un pensiero condiviso anche dai docenti: «Sempre e soltanto i ragazzi della Campania vengono discriminati. Su quali basi? Vogliamo vedere i dati. Adesso siamo qui per dire basta a tutto questo. Invito tutti i genitori a considerare i danni che avranno nel futuro per i nostri ragazzi, saranno sempre quelli della Campania ad avere perso due anni d’istruzione».

Contro la decisione di De Luca vi è anche Italia Viva, che in una nota stampa apostrofa la decisione del governatore campano come «una scelta sbagliata, anche se i dati sulla diffusione della variante omicron sono innegabilmente preoccupanti». A firmare la nota sono il capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale, Tommaso Pellegrino, e i coordinatori regionali del partito, Angelica Saggese e Ciro Buonajuto (quest’ultimo anche sindaco di Ercolano).

Oltre alla critica a De Luca vi è però anche un invito al Governo affinché «venga garantita concretamente la sicurezza in tutti i plessi scolastici». «Non siamo insensibili alle sollecitazioni che sono venute e vengono tuttora dagli amministratori locali, dai sindaci, dai presidi; né possiamo ignorare l’aumento vertiginoso di casi che si sono registrati in Campania negli ultimi giorni; tantomeno possiamo far finta di non sapere che la percentuale di vaccinati nella fascia 5-11 anni è ancora troppo bassa – viene argomentato nella nota – Ma un Paese che chiude le scuole è un Paese che rischia di dichiarare il proprio fallimento, a maggior ragione se lo stato di emergenza per covid si protrae ormai da ben due anni. Siamo certi che il Governo Draghi, che già ha dato prova tangibile di aver invertito la rotta rispetto al passato, saprà adottare le decisioni che ancora servono affinché i nostri ragazzi possano tornare in classe nella massima sicurezza, anche in una realtà particolarmente complessa qual è quella campana».

domenica, 9 Gennaio 2022 - 21:27
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