Avvelenò il marito, uccidendolo. E per questa ragione è stata condannata a 30 anni di reclusione. Ma, almeno per ora, eviterà il carcere. Loredana Graziano, 36 anni, potrà beneficiare ancora degli arresti domiciliari perché ha una bimba di pochi mesi.
Nella giornata di oggi il giudice per le indagini preliminari Valeria Gioeli del Tribunale di Termini Imerese ha messo un punto al processo definitosi con la modalità del rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. Il gip ha condannato l’imputato a 30 anni, riconoscendola colpevole dell’omicidio di Sebastiano Rosella Musico, un pizzaiolo di 40 anni. Accolta la tesi dell’accusa, tesi che l’imputata ha sempre respinto professandosi innocente.
L’omicidio risale al gennaio del 2019. Secondo l’accusa, Loredana Graziano avrebbe ucciso il marito somministrandogli cibi contenenti dosi di cianuro e di un anticoagulante, il Coumadin. Lo scenario dell’avvelenamento si è delineato solo nel febbraio 2020 quando, in maniera del tutto fortuita, i carabinieri raccolsero le dichiarazioni dell’ex amante della donna: costui spiegò di avere saputo proprio da Loredana Graziano che lei aveva avvelenato il marito. Così la procura fece riesumare il cadavere allo scopo di effettuare un’autopsia che restituì l’amara verità e cancellò l’iniziale convinzione che l’uomo fosse stato stroncato da un’infarto. Le indagini, coordinate dal Procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, si indirizzarono così verso Loredana Graziano.
La procura ritiene che la 36enne abbia ucciso il coniuge per la voglia di cambiare vita e per il desiderio di maternità. Desiderio di maternità che Loredana Graziano è, nel frattempo, riuscita ad appagare. Quando fu arrestata (nell’aprile dello scorso anno), Loredana Graziano era incinta di 12 settimane. E da pochi mesi è diventata mamma. Proprio questo nuovo status le ha consentito di ottenere i domiciliari, misura che il gip ha confermato. Loredana Graziano è stata inoltre interdetta in perpetuo dai pubblici uffici e sospesa dall’esercizio della responsabilità genitoriale per tutta la durata della pena. L’imputata è stata condannata anche al pagamento di una provvisionale esecutiva di 140 mila euro a favore dei familiari della vittima che si sono costituiti in giudizio assistiti dagli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi. Il risarcimento sarà stabilito con un nuovo processo in sede civile.
La sentenza non ha soddisfatto i parenti di Sebastiano Rosella Musico, i quali speravano nella condanna all’ergastolo: «Sono pochi 30 anni di carcere per un omicidio così brutale e premeditato». «Loredana ha assassinato mio figlio – dice la madre della vittima, Antonina Filicicchia -. Nessuna pena applicata dal giudizio degli uomini potrà restituirmelo ma il mio cuore di madre sarebbe meno affranto se la responsabile scontasse una pena adeguata alla sua condotta assurda e selvaggia». «Oggi per questo reato non sarebbe concesso il rito premiale del giudizio abbreviato – sottolineano gli avvocati Salvatore Sansone e Salvatore Di Lisi che assistono la famiglia -. Infatti con l’entrata in vigore della legge del 20 aprile 2019, il giudizio abbreviato non è più ammesso per i delitti puniti con l’ergastolo, come, ad esempio, il reato di omicidio aggravato o quello di sequestro di persona aggravato. All’epoca dei fatti, invece, era in vigore una norma che consentiva ancora il rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell’ergastolo».
«La battaglia per la tutela delle ragioni della famiglia Rosella Musico – concludono i legali – non finisce oggi, continuerà certamente in appello dove riteniamo di far valere la richiesta, già formulata in primo grado, di nuove contestazioni suppletive di responsabilità dell’imputata per un congruo aggravamento di pena».
mercoledì, 23 Febbraio 2022 - 15:33
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