Ucraina, il Papa: «Fiumi di sangue». Putin minaccia: «Sanzioni come atto di guerra». Al via l’evacuazione a Mariupol

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Foto tratta dalla pagina Facebook di Ukraine Сrisis Media Center

Le vittime non si contano più. I profughi nemmeno. In Ucraina «scorrono fiumi di sangue: non si tatta solo di una operazione militare ma di una guerra che semina morte, distruzione e miseria. Le vittime sono sempre più numerose. In quel Paese martoriato cresce di ora in ora la necessità di una assistenza umanitaria, che si assicurino i corridoi umanitari e sia facilitato l’accesso agli aiuti nelle zone assediate, che che gli aiuti arrivino ai fratelli oppressi dalle bombe e dalla paura. Ringrazio tutti coloro che stanno accogliendo i profughi e imploro che cessimo gli attacchi armati e prevalgano i negoziati e il buon senso, e si torni e rispettare il diritto internazinale», ha detto oggi Papa Francesco all’Angelus, parlando ad una Piazza San PIetro piena di bandiere dell’Ucraina e della pace.

Le prime trattative tra Mosca e Kiev sono miseramente naufragate, lasciando intrappolati migliaia di civili che stanno disperatamente tentando di fuggire dall’Ucraina e da una guerra che li ha travolti in maniera inattesa.

Sabato le forze armate di Vladimir Putin hanno ripreso l’offensiva in grande stile. Domani, lunedì 7 marzo, è previsto un terzo round di negoziati e si spera, in quella occasione, di riuscire a gettare le basi per un dialogo che possa portare alla fine di questa invasione che sta lasciando dietro di se morte e distruzione. Un orrore. Che rischia di declinarsi in terza guerra mondiale. E per questa ragione tiene tutto il mondo con il fiato sospeso. In Ucraina si è arrivati all’undicesimo giorno di guerra. Mariupol sta per cadere in mani russe.

Il sindaco ha denunciato una situazione disperata (da giorni mancano elettricità, acqua, riscaldamento ed è difficile reperire forniture mediche e altri beni essenziali) e oggi è cominciata l’evacuazione dei civili resa possibile da una tregua temporanea. Mariupol è strategica per collegare la Crimea, annessa dalla Russia nel 2014, al Donbass separatista.

Intanto le forze russe stanno concentrando i loro sforzi sull’accerchiamento delle città di Kiev, Kharkiv, Chernihiv e Mykolaiv e ai confini amministrativi delle regioni di Luhansk e Donetsk, nel tentativo di creare un corridoio di terra con la Crimea. E’ quanto riferito dallo Stato maggiore delle forze armate ucraine su Facebook nell’aggiornamento di metà giornata sull’operazione militare russa in corso nel Paese. Nel mentre proseguono le operazioni di difesa del territorio ucraino, si legge nel post, in particolare nei distretti di Donetsk, Slobozhansky e Tavriya, mentre le unità meccanizzate delle forze armate ucraine stanno difendendo le città di Kharkiv e Okhtyrka. Inoltre proseguono le attività volte a difendere la città di Chernihiv, a nord ovest di Kiev. Per quanto concerne la capitale Ucraina, in quest’area le forze di difesa «continuano a mantenere stabili i vari fronti e a combattere per mantenere il controllo di altre aree importanti».

Sul fronte dei negoziati la tensione resta alta. Vladimir Putin ha alzato la voce sui paesi dell’Occidente e sugli Usa che continuano a percorrere la strada delle sanzioni nei confronti della Russia: «Sono simili a una dichiarazione di guerra, ma grazie a Dio non si è arrivati a questo», ha detto. Una minaccia. Nel frattempo anche Israele si è mossa cercando di mediare: ha aperto un canale direttamente con Putin con la visita a sorpresa del premier Bennet a Mosca. Tre ore di colloquio che Bennet ha sostenuto dopo una breve consultazione con Germania, Francia e Stati Uniti. Poi una telefonata al presidente ucraino Zelensky e a Macron, e un altro volo diretto a Berlino. Dopo un incontro con il cancelliere tedesco Scholz il portavoce del governo tedesco ha dichiarato che «l’obiettivo comune resta quello di mettere fine alla guerra il prima possibile. Lavoreremo per questo».

domenica, 6 Marzo 2022 - 13:19
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