Il prezzo del diesel al massimo dagli anni Ottanta. La guerra che sta insanguinando l’Ucraina e sta colpendo la Russia sul piano delle sanzioni si ripercuote, per ora, da un punto di vista economico sull’Occidente.
E le ripercussioni sono pesantissime per imprenditori e famiglie, stremati dalla crisi economica provocata dal Covid-19 e poi colpiti dal rincaro dell’Energia che ha regalato bollette alle stelle. Adesso anche ci si mette anche il diesel, indispensabile per gli spostamenti a mezzo auto. Il prezzo del diesel nell’Europa nord-occidentale è salito al livello più alto almeno dall’inizio di luglio 1989, con le preoccupazioni per le interruzioni delle forniture che agitano i mercati dell’energia. Lo riporta l’agenzia Bloomberg. L’Europa importa grandi quantità di diesel dalla Russia. Il contratto diesel del primo mese – attualmente marzo – è salito fino a 1.369,50 dollari a tonnellata, prima di scendere a 1.327,75 dollari a Londra, secondo i dati dell’Ice Futures Europe.
Nel nostro Paese il costo del diesel ha toccato la soglia dei 2 euro. Una mazzata. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri comunicati dai gestori all’Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della Benzina in modalità self sale a 2,004 euro al litro (venerdì 1,912), con i diversi marchi compresi tra 1,994 e 2,032 euro al litro (no logo 1,971). Il prezzo medio del diesel self schizza a 1,901 euro al litro (venerdì 1,788) con le compagnie posizionate tra 1,881 e 1,977 euro al litro (no logo 1,891). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato cresce a 2,117 euro al litro (venerdì 2,039). Per quanto riguarda il servito in base ai dati di Qe, gli impianti colorati mostrano prezzi medi praticati tra 2,069 e 2,226 euro al litro (no logo 2,014). La media del diesel servito vola a 2,019 euro al litro (venerdi’ 1,921) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,999 e 2,095 euro al litro (no logo 1,930).
Assoutenti denuncia «una stangata solo sui rifornimenti pari a +525 euro annui a famiglia in caso di auto a benzina, +558 euro in caso di auto diesel». Il presidente dell’Unione nazionale consumatori parla di «una speculazione bella e buona, come temevamo, sono scattati rialzi del tutto ingiustificati», dice. «Le quotazioni internazionali del petrolio, come di molte altre materie prima, stanno, volando – spiega Dona – solo sulla base dell’ipotesi di uno stop dell’import dalla Russia che per il momento non c’è». «Rispetto ai prezzi medi in modalità self dello stesso periodo del 2021 – spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – oggi un litro di benzina costa in media il 28% in più, mentre per il gasolio si spende addirittura il 32,4% in più. Questo significa che per un pieno di verde occorre mettere in conto una maggiore spesa da +21,9 euro, mentre un pieno di gasolio è rincarato di 23,2 euro». La richiesta al governo è di «calmierare i prezzi riducendo le accise sui carburanti e sterilizzando l’Iva».
Suona l’allarme anche l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) che ha realizzato un’indagine circa l’impatto del costo del caro benzina sulle imprese. «Con l’85% delle merci che viaggia su strada – continua Uecoop – il caro prezzi minaccia le catene di approvvigionamento di tutti i beni, dagli alimentari alla meccanica, ma pesa anche sui prezzi dei servizi. Una situazione che complica non poco il lavoro di una larga fetta delle 80 mila cooperative italiane che a livello nazionale – sottolinea Uecoop – impiegano oltre un milione di persone dalla salute al sociale, dai servizi alla logistica, dal turismo all’alimentare, dalla scuola allo sport fino agli spettacoli».
«Quasi 1 impresa su 5 (19%) – evidenzia Uecoop – ha deciso di investire sul risparmio energetico e su sistemi a basso impatto ambientale per fare fronte all’esplosione del costo dell’energia, fra carburanti elettricità e riscaldamento. Fra le imprese che investono su soluzioni green – spiega Uecoop – il 16% ha optato per l’acquisto di auto ibride per ammortizzare l’effetto del caro carburanti il 27% sta puntando sulla coibentazione con isolamento termico delle sedi di lavoro in modo da ridurre il peso delle bollette di luce e gas, il 10% sta creando spazi verdi per la mitigazione dei microclimi urbani e – conclude Uecoop – quasi la metà (47%) ha realizzato pannelli fotovoltaici per la produzione di elettricità, messo impianti per il risparmio idrico, comprato attrezzature ed elettrodomestici a basso consumo energetico».
lunedì, 7 Marzo 2022 - 12:29
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