Alla vigilia di quello che dovrebbe essere il quarto round dei negoziati, in Ucraina accade qualcosa di ancora più orribile che potrebbe segnare uno spartiacque in questa guerra che rischia di declinarsi in terza guerra mondiale. Le autorità ucraine hanno accusato i russi di aver bombardato un reparto di maternità e un reparto pediatrico nella città meridionale di Mariupol, durante il cessate-il-fuoco concordato per consentire ai civili di fuggire.
Un’«atrocità», ha gridato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Donne e bambini sono sotto le macerie», ha detto. «Per quanto ancora il mondo sara’ complice ignorando il terrore? Chiudete i cieli adesso! Fermate le uccisioni! Avete il potere di farlo ma sembra che stiate perdendo l’umanità», ha aggiunto pubblicando il video della distruzione provocata dal raid russo.
Le immagini del disastro sono un pugno nello stomaco: donne incinte in stato di shock portate via in barella, altre con il volto coperto di sangue aiutate ad uscire dallo scheletro dell’edificio da familiari e soccorritori. «Il reparto maternità non esiste più, molte donne sono rimaste ferite e uccise», ha aggiunto il numero due della polizia nazionale Vyacheslav Abroskin, citando testimoni oculari.
Il resto del mondo ha fatto sentire la sua corale condanna, concordando che un atto del genere non può non considerarsi un crimine di guerra. «L’attacco all’ospedale pediatrico è stato un attacco brutale, da condannare in ogni forma, noi non possiamo aspettare di trovare una pace attraverso un tavolo con una soluzione diplomatica che ci metterà chissà quanto, adesso serve un tavolo di negoziati per una tregua umanitaria, per permettere di fermare le armi e mettere al sicuro i cittadini», ha detto il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, ospite di “Controcorrente-Prima serata” su Rete 4. «I corridoi umanitari sono stati annunciati solo dalla Russia, quello che dobbiamo fare e mettere al tavolo organizzazione e altri paesi per fargli raggiungere un accordo di pace – ha aggiunto -. Serve un attore terzo che faciliti il dialogo».
Di fronte a questo attacco come si muoverà l’Europa? Si alzerà oppure no il livello dello scontro con Putin? Per ora l’Unione europea si muove compatta sul terreno delle sanzioni, mentre c’è divisione sullo stop delle forniture di gas e petrolio dalla Russia, strada invece percorsa dagli Stati Uniti. Il primo ministro olandese Mark Rutte, che si è recato oggi a Versailles alla vigilia del summit Ue e ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron, ha manifestato chiaramente la sua contrariarietà a tagliare i ponti con la Russia su gas e petrolio: «Dobbiamo discutere le nostre vulnerabilità in termini di dipendenza dal petrolio e dal gas russi. Io non sosterrò un taglio delle nostre forniture oggi dalla Russia», ha detto Rutte.
Il premier olandese ha chiarito che è una «spiacevole verità» il fatto che l’Europa abbia bisogno del gas russo. E, allora, si va avanti a colpi di sanzioni. Che stanno pesantemente danneggiando l’economia russa, facendo crollare il rublo e facendo impennare i prezzi al consumo in Russia. Nella settimana dal 26 febbraio al 4 marzo, la prima di guerra piena, l’inflazione è salita del 2,2%, l’aumento maggiore da quando, nel 2008, sono iniziate le rilevazioni del Servizio di statistica federale (Rosstat), riferisce Bloomberg. I costi delle auto nuove domestiche sono balzati del 17%, quelli dei televisori del 15%, gli smartphone del 14,6%, il prezzo di alcune medicine e verdure è aumentati dal 5 al 7%. Su base annua l’aumento al 4 marzo è del 10,4%, riferisce ministero dell’Economia.
Nella giornata di oggi L’Ue ha disposto l’inasprimento di sanzioni verso Russia e Bielorussia con misure verso le persone coinvolte nell’offensiva militare di Mosca in Ucraina. Tra queste, 14 oligarchi e imprenditori russi insieme alle loro famiglie, operativi in settori chiave dell’economia (metallurgia, agricoltura, settore farmaceutico ed industria digitale) e 146 esponenti del Consiglio della Federazione russa, per un totale di 160 persone aggiunte nella lista nera dell’Ue, che conta attualmente 862 persone e 53 entità sanzionate.
Tra le altre misure ci sono l’esclusione di tre banche bielorusse dal sistema Swift (Belagroprombank, Bank Dabrabyt e Development Bank), il divieto di transazioni con la Banca centrale della Bielorussia, la fornitura di finanziamenti pubblici per commercio e investimenti nel Paese e il divieto di depositi superiori a 100mila euro per i cittadini bielorussi in Ue. Sul fronte russo, l’Unione Europea ha introdotto ulteriori restrizioni per le comunicazioni via radio e sull’esportazione marittima e ha aggiunto la Russian Maritime Register of Shipping alla lista di aziende con limiti di finanziamento.
mercoledì, 9 Marzo 2022 - 22:46
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