Lo sciopero dei Tir previsto per domani, lunedì 14 marzo, in segno di protesta per il caro carburante non ci sarà. La Commissione di garanzia per lo sciopero ha bloccato i giganti dell’autotrasporto per «mancato preavviso».
In una comunicazione inviata a Trasportounito-Fiap e ai ministeri delle Infrastrutture e Interno, il commissario delegato della Commissione, Alessandro Bellavista, ha fatto notare il «mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni» e ha richiamato «l’obbligo di predeterminazione della durata dell’astensione». Lo sciopero aveva spaccato il fronte dell’autotrasporto. Alis, l’associazione che riunisce le imprese della logistica, ha definito la protesta un «atto scellerato» e «controproducente» alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina.
La notizia dello sciopero ha fatto scattare la psicosi sull’assenza di merci nei centri di distribuzione alimentare e così negli ultimi giorni, in alcune città italiane, si è assistito all’assalto dei supermercati: i reparti di pasta, farina e altri prodotti sono stati svuotati.
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Intanto il Governo prova a metterci una pezza, dopo le pesanti dichiarazioni del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Intervenendo, ieri, a Sky Tg24, il ministro ha bollato i rincari stellari dei carburanti come «una colossale truffa». «Stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi – ha spiegato – La crescita non è correlata alla realtà dei fatti è una spirale speculativa, su cui guadagnano in pochi», «una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini».
A fronte di un atto d’accusa così forte, il mondo politico è andato in fibrillazione. Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, componente della Commissione Trasporti e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, ha chiesto a Cingolani di riferire in Parlamento: «Proporrò alla Commissione per la tutela dei consumatori di ascoltarlo al più presto e di svolgere i necessari approfondimenti». Ha rincarato la dose Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: «Dopo le parole del ministro Cingolani sull’ingiustificato aumento di gas e benzina, il Governo ha il dovere di intervenire immediatamente per fermare la speculazione. Stiamo attraversando una crisi potenzialmente devastante che rischia di bloccare il nostro sistema produttivo, già messo a dura prova da due anni di folle gestione della pandemia. Non c’é più un minuto da perdere, non fermare gli speculatori significa fare il loro gioco. Il Governo intervenga. Adesso».
Anche il segretario del Pd Enrico Letta si è associato alle parole del ministro: «Io credo che il ministro Cingolani abbia ragione e che abbia usato la parola giusta: gli aumenti (dei prezzi dei carburanti, ndr) sono una truffa, perché talmente smisurati che non hanno un senso logico ed economico e rispetto a questi aumenti il governo deve intervenire esattamente come si interviene di fronte a una truffa, quindi a gamba tesa. Nessun dubbio».
Chiede un intervento immediato del governo anche Patty L’Abbate, senatrice del Movimento 5 stelle e componente comitato Transizione ecologica. : «In questo momento il costo dei carburanti è esorbitante, e come afferma il ministro Cingolani è una vera e propria speculazione. Sull’onda degli eventi attuali, chi detiene il mercato ha alzato notevolmente i prezzi tali da renderli insostenibili per le imprese e i cittadini. E’ urgente quindi intervenire, anche sulle accise, perché si va dritti verso la paralisi. Il governo deve agire con forza contro le speculazioni finanziarie che stanno investendo tutto il campo energetico».
Bacchetta sonoramente Cingolani e Draghi il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, intervenendo alla tavola rotonda della conferenza programmatica di Europa Verde: «Il ministro della Transizione ci dice che l’aumento dei carburanti e’ una truffa gigantesca. Ma se c’e’ una truffa e tu sei il governo, se non lo fa Cingolani lo faccia Draghi, allora intervieni di conseguenza e subito, non ti fermi alle interviste. E fai un atto – insiste Fratoianni – che mette un tetto ai prezzi dell’energia e dei carburanti. Il premier Draghi da mesi dice che stanno discutendo di tassare gli extra profitti dell’aziende energetiche che si sono enormemente arricchite. Lo dice da mesi, ma non sta facendo nulla. Dobbiamo superare le autovetture diesel e benzina? Finalmente se ne parla anche in Italia di ibrido ed elettrico, pero’ sappiamo bene che questo avrà conseguenze sul terreno occupazionale. Vogliamo che il prezzo sociale più pesante e devastante lo paghino i più deboli, i lavoratori? Oppure non è il momento per porre concretamente il tema della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario».
Martedì, intanto, è previsto un incontro tra le organizzazioni del settore e il viceministro alle Infrastrutture Teresa Bellanova: sul tavolo ci sono per ora 80 milioni di aiuti. Per Unatras però lo stanziamento «non risolve i problemi» della categoria. Per il segretario generale della Filt-Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu, servono «soluzioni strutturali» da parte del governo a partire «dall’abbattimento delle accise». E lo stesso esponente sindacale precisa poi che «nessuna organizzazione sindacale ha proclamato alcunché» per cui «non parliamo di uno sciopero» ma di una «serrata», annunciata dai titolari di «piccole aziende di autotrasporto» perché il problema del «caro carburante c’è» e le motivazioni della protesta «sono condivisibili» in quanto il «disagio è spalmato su tutta la filiera, sino ad arrivare al consumatore finale».
domenica, 13 Marzo 2022 - 14:08
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