«E’ doloroso dover constatare che il carcere, previsto nel nostro ordinamento non come mera punizione bensì come momento di rieducazione e di recupero dell’individuo ai valori del vivere civile, diventi in realtà un luogo in cui riproporre il medesimo stile di vita per il quale si è detenuti».
Lo scrive il gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli nell’ordinanza di custodia cautelare emessa a corollario dell’inchiesta su un giro di droga gestito da un gruppo di detenuti all’interno del carcere napoletano di Secondigliano.
Per il gip, «la nota più avvilente» è che tutto è stato reso possibile anche «grazie ad alcuni agenti della polizia penitenziaria, che con la loro condotta mettono a rischio anche i colleghi che operano con impegno, nonostante mille difficoltà». Per il giudice, l’agente Salvatore Mavilla (per il quale è stato disposto il carcere malgrado fosse in pensione) «ha mostrato particolare spregiudicatezza consentendo un approvvigionamento continuo dello stupefacente, mai attraverso contatti telefonici ma sempre incontrando di persona i detenuti e poi il familiare delegato a consegnargli la droga e il proprio compenso».
Tutti gli articoli sulla vicenda:
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lunedì, 21 Marzo 2022 - 21:27
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