Nuovo giallo nel Bresciano. Dopo la morte di Laura Ziliani, l’ex vigilasse uccisa e abbandonata nei boschi, a Borno, piccolo comune di meno di 3mila abitanti situato in Valcamonica, è stato ritrovato il corpo di una donna fatto a pezzi. I resti erano all’interno di alcuni sacchi neri.
La procura della Repubblica di Brescia ha aperto un fascicolo di indagine: si procede per omicidio. Per risalire all’identità della donna si dovrà attendere l’esame autopsia. Nel frattempo i carabinieri, coordinata dal pm Lorenda Ghibaudo, stanno valutando le denunce di scomparsa presentate negli ultimi tempi in alta Valle Camonica. Sui resti umani sono in corso gli accertamenti da parte del medico legale Nicoletta Cerri.
La scoperta dei resti umani apre un nuovo giallo nel Bresciano, dove per mesi ha tenuto banco il caso dell’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani. La 55enne scomparve nel nulla l’8 maggio dello scorso anno. Poi il successivo 8 agosto il suo cadavere fu ritrovato, da un bambino di 10 anni, sulle sponde di un torrente che porta alla centrale idroelettrica di Temù, in provincia di Brescia, tra le pista ciclabile e il greto del fiume Oglio. Secondo le conclusioni del medico legale Andrea Verzeletti, depositate lo scorso gennaio, Ziliani fu prima stordita e poi soffocata. La donna sarebbe stata narcotizzata con «un composto dall’azione ansiolitici e ipnoinduttrice». Questo avrebbe impedito alla donna di opporre resistenza.
Le indagini si incentrate sin da subito su due delle tre figlie della donna, Silvia e Paola Zani (rispettivamente di 26 e 19 anni) e sul fidanzato di Silvia, il 27enne Mirto Milani. I tre sono stati arrestati a fine settembre 2021: sono accusati di omicidio volontario, aggravato dalla relazione di parentela con la vittima, e di occultamento di cadavere. Il movente del delitto sarebbe stato il denaro.
Come sottolineato dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di custodia cautelare: «I tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici».
Come emerge da un’intercettazione del 26 maggio 2021 le due figlie indagate (la terza figlia è affetta da seri problemi di salute) «a venti giorni dalla scomparsa della madre in circostanze misteriose, già si congratulavano l’una con l’altra per i soldi che a breve avrebbero incassato, riuscendo a dare un anticipo per una nuova vettura e probabilmente anche ad andare in vacanza», sottolineava il gip.
—– La svolta nell’inchiesta: chi è la vittima, arrestato l’assassino —-
lunedì, 21 Marzo 2022 - 15:31
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