Via libera al Def, il Documento di economia e finanza (DEF), previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196). Il disco verde è arrivato in serata dal Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco.
Il Documento tiene conto del peggioramento del quadro economico determinato da diversi fattori, in particolare l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime, l’andamento dei tassi d’interesse e la minor crescita dei mercati di esportazione dell’Italia. Tali fattori sono oggi tutti meno favorevoli di quanto fossero in occasione della pubblicazione della Nota di aggiornamento al Def (NADEF) nello scorso settembre. In tale scenario, la previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022 scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, quella per il 2023 dal 2,8% al 2,3%.
Il disavanzo tendenziale della pubblica amministrazione è indicato al 5,1% per quest’anno; scende successivamente fino al 2,7% del PIL nel 2025. Gli obiettivi per il disavanzo contenuti nella NADEF sono confermati: il 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi e’ quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per quest’anno, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025).
Questo spazio di manovra sara’ utilizzato dal Governo per un nuovo intervento con diverse finalita’, in particolare per contenere il costo dei carburanti e dell’energia per famiglie e attivita’ produttive, potenziare gli strumenti di garanzia per l’accesso al credito delle imprese, integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche e ripristinare alcuni fondi utilizzati a parziale copertura del recente decreto-legge 1 marzo 2022, n. 17. Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica sara’ lievemente piu’ elevata di quella tendenziale, soprattutto nel 2022 e nel 2023 (3,1% e del 2,4%), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione.
Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuira’ quest’anno al 147,0%, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025. La decisione di confermare gli obiettivi programmatici di disavanzo testimonia l’attenzione verso la sostenibilita’ della finanza pubblica. Al contempo, per il Governo resta imprescindibile continuare a promuovere una crescita economica elevata e sostenibile. Laddove necessario, il Governo non esitera’ a intervenire con la massima determinazione e rapidita’ a sostegno delle famiglie e delle imprese italiane.
mercoledì, 6 Aprile 2022 - 22:33
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