I pronostici, almeno per il momento, si sono rivelati sbagliati. La Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura si è spaccata nell’indicare al plenum il papabile successore alla guida della Direzione nazionale antimafia e il candidato favorito si è ritrovato, a questo giro, con meno preferenze. Tutto, ad ogni modo, è rimesso al plenum del Csm cui spetta la decisione finale.
Una decisione che, per forza di cosa, dovrà abbracciare tre candidati, quelli rimasti in gioco dopo la scrematura operata appunto dalla Commissione per gli incarichi direttivi: in corsa erano rimasti in sei dopo l’esclusione di Marcello Viola per via della sua recente nomina a capo della procura di Milano.
I più votati, con due preferenze a testa, sono stati il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e il procuratore aggiunto alla Dna Giovanni Russo. Il capo della procura di Napoli, Giovanni Melillo, ha riscosso una sola preferenza.
Nel dettaglio in favore di Gratteri hanno votato il togato Sebastiano Ardita e il laico Fulvio Gigliotti (espressione dei Cinque Stelle). Per Russo invece hanno votato il consigliere di Magistratura Indipendente Antonio D’Amato e il laico di Forza Italia Alessio Lanzi. In favore di Melillo si è espresso il togato di Area Alessandra Dal Moro. Si è astenuto il consigliere di Unicost Michele Ciambellini.
Dopo la stesura delle motivazioni delle tre proposte da parte dei relatori e il ‘concerto’ della Guardasigilli Marta Cartabia, la pratica sulla nomina del nuovo procuratore nazionale antimafia sarà inserita all’ordine del giorno di uno dei prossimi plenum. Il posto di capo della Dna è vacante da febbraio, da quando cioè Federico Cafiero de Rato è andato in pensione.
mercoledì, 13 Aprile 2022 - 12:21
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