Rissa nel sangue a Torre del Greco, i 2 indagati restano in cella. L’affondo del pm: «Goffo tentativo di depistare le indagini»

coltello

Per ora restano in cella, detenuti in un istituto di pena minorile. Il giudice per le indagini preliminari Anita Polito del Tribunale per i Minorenni di Napoli ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Claudia De Luca ed ha spiccato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei due minorenni, di 15 e 16 anni, accusati di avere ucciso a coltellate il 18enne Giovanni Guarino e di avere ferito, a coltellate, Nunzio Abruzzese.

La decisione è arrivata a corollario dell’udienza di convalida del fermo, tenutasi ieri (mercoledì 13 aprile), nel corso della quale i due indagati – difesi dall’avvocato Mauro Porcelli – hanno provato ad offrire un’altra ricostruzione dei fatti e hanno negato qualsiasi responsabilità nell’accoltellamento di Giovanni e Nunzio. I due minori hanno sostenuto che la miccia della rissa sfociata nel sangue sarebbe stata una rapina ai loro danni, una rapina che aveva come obiettivo un orologio di valore e una collanina d’oro. Hanno, inoltre, specificato di non essere armati e di non avere aggredito né Giovanni né Nunzio. Anzi, nel parapiglia sarebbero stati pure malmenati.

La ricostruzione, tuttavia, non ha convinto il gip e prima ancora il pubblico ministero secondo il quale la coppia avrebbe messo in atto «un tentativo goffo di depistare le indagini attraverso la simulazione di un reato di rapina e di un’aggressione in loro danno». Decisiva nella ricostruzione accusatoria è la testimonianza di Nunzio, che ha spiegato come si sono svolti i fatti: Nunzio – è il racconto – aveva battibeccato con uno dei due minori che lo aveva accusato di averlo guardato storto. Giovanni a quel punto era intervenuto in difesa dell’amico, ma in un attimo sono spuntati i coltelli e Giovanni e Nunzio si sono ritrovati accoltellati dai due aggressori. Come osserva la procura, i due amici sono stati vittime di una «violenza immotivata».

Agli atti vi è anche la testimonianza di un amico di Nunzio e Giovanni, pure lui intervenuto quando ha visto i due ragazzi in difficoltà. Ha inseguito gli aggressori e ha colpito uno di loro con il casco. La difesa dei due minorenni è tuttavia intenzionata a presentare ricorso al Riesame sostenendo che, allo stato, né Nunzio né l’altro teste sono in grado di dire chi avesse in mano il coltello e che dubbi vi sarebbero anche sugli autori del fatto.

giovedì, 14 Aprile 2022 - 16:19
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