«Il 10% sul lavoro? non è assai papà su 40.000 euro di lavori?». Un padre e un figlio parlano, e volano cifre. Sono Sergio e Adolfo Orsi, imprenditori. Per gli inquirenti, quei numeri sono tangenti, soldi per aggiudicarsi un appalto del Cira di Capua. Sergio Orsi, il padre, oggi è in carcere, con le accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti, aggravate dall’agevolazione mafiosa. Adolfo, il figlio, ha l’obbligo di dimora nel comune di residenza: gli contestano la turbativa d’asta, con la stessa aggravante.
Sono misure cautelari disposte dal gip Isabella Iaselli, su richiesta della Dda di Napoli, nell’ambito dell’indagine su clan dei Casalesi e gare del Cira (Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali). E gli indagati Orsi – intercettati dalle ambientali dei Carabinieri di Aversa – non discutono solo di presunte mazzette, ma pure di magistrati e pentiti. «Schiavone – dice Adolfo – sta a fare tutte figure di m…; solo Giordano lo porta oggi in tutta Italia! Però … sbatte in faccia al muro, perché ormai è inutile».
Schiavone è il collaboratore Nicola Schiavone, i cui verbali hanno un peso, nell’ordinanza eseguita martedì scorso. Giordano è il pm Maurizio Giordano, titolare dell’indagine, con la collega Graziella Arlomede. Ma di cosa attende gli Orsi, nulla sa il figlio, l’11 giugno 2021, quando denigrerebbe pm e collaboratore. Quel giorno Adolfo e Sergio Orsi commentano l’udienza di un processo. Nicola Schiavone – figlio del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone – ha deposto in aula, nel procedimento a carico di un ex sindaco, accusato di collusione con i Casalesi. Il 10 gennaio di un anno fa, invece, le cimici captano un altro dialogo, sempre familiare.
«Orsi – annotano gli investigatori – discute di percentuali da consegnare a Russo Carlo e Filomena Vincenzo e da calcolare sull’importo del lavori assegnati». Russo e Filomena – entrambi ai domiciliari – sono dipendenti del Cira. Rispettivamente, responsabile unico della procedura di scelta del contraente, e progettista dell’Ufficio Tecnico. Adolfo Orsi, però, non sarebbe d’accordo col genitore: «Il 10% sul lavoro? non è assai su 40mila euro di lavori?». Nella ricostruzione, l’oggetto sarebbe un appalto del Cira da 40mila euro. Il 10%, la quota di tangente, da riconoscere a Russo e Filomena. I lavori riguarderebbero la messa in sicurezza di un deposito di cantiere. L’unica gara – su quattro concupite – che riuscirebbero ad aggiudicarsi.
«Devi dare il 5% a Filomena e il 5% a Carlo» ribatte il padre. E Adolfo insisterebbe: «Il 5% su un lavoro così piccolo?». «Sia all’uno – preciserebbe Orsi senior – che all’altro». Adolfo non sembrerebbe persuaso: «Sì ma sui lavoretti ad affidamento diretto si prendono il 2-3%, mica si prendono il 10?». Adolfo replica: «No, invece è il contrario, sul grosso lavoro scendo di prezzo». A quel punto, Adolfo protesterebbe: «Ma sulla grande puoi picchiare di più, sulla piccola il 10% di questo sai quanto è?». «Fammi parlare – ripete il padre-, fanno il contrario ti sto dicendo, sulla grossa scendono la percentuale». La chiosa di Adolfo: «Ma il 10% nemmeno più i camorristi ci arrivano». E il genitore, laconico: «Non accettare, che ti devo dire».
giovedì, 28 Aprile 2022 - 11:30
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