Asl Napoli 1 centro, la magistratura contabile «ha rilevato il permanere di significative criticità ed irregolarità». A comunicarlo è una nota della Corte dei Conti. I risultati della verifica – condotta dalla Sezione regionale di controllo per la Campania – sono stati presentati nell’adunanza pubblica del 7 marzo scorso. Riguardano i bilanci 2018 e 2019.
«I risultati economici di entrambi gli esercizi esaminati – spiega la Corte dei Conti – hanno registrato dati di perdita che, seppur decrescenti (dai circa 79 milioni di euro del 2018, ai 49 milioni del 2019), sono stati influenzati dall’aumento in conto esercizio della contribuzione proveniente dal bilancio regionale».
Dunque resta l’allarme per l’azienda sanitaria più grande d’Europa, al cui vertice siede Ciro Verdoliva. «Persistono, inoltre, le irregolarità, già osservate negli anni precedenti – sottolinea la nota-, relative sia alla sistemazione delle voci di credito riferite ai “doppi pagamenti” effettuati nel tempo dall’Azienda, sia al completamento dell’attività di circolarizzazione dei debiti e dei crediti. L’ultimazione e la corretta sistemazione di tali operazioni contabili saranno oggetto, in futuro, di costanti verifiche (consuntivo 2020 e successivi)».
Per quanto attiene «al fenomeno dei cosiddetti “doppi pagamenti” e alle criticità connesse al loro recupero, la Sezione sottolinea che – prosegue il comunicato – la relativa partita contabile presenta un saldo da recuperare, alla data del 31 dicembre 2019, superiore ai 62 milioni di euro, a fronte di un dato, aggiornato al 31 dicembre 2020, superiore ai 49 milioni di euro». La mancata adeguata «svalutazione di tali crediti incide negativamente sulla complessiva attendibilità del bilancio».
Con riferimento al Fondo rischi «si è osservata, in particolare, la mancata valutazione dello stato dei rischi da parte dell’Azienda sanitaria, compromettendo, in tal modo, la verifica dell’adeguatezza del relativo accantonamento in bilancio». Nella severa disamina, non manca il capitolo degli immobili. «Rilevanti criticità riconosciute, peraltro, dai rappresentati dell’Azienda – precisa la sezione di controllo-, scaturiscono, inoltre, dalla gravosa/carente gestione del patrimonio immobiliare, costituito da numerosi terreni, anche situati fuori dal distretto dell’Azienda, da immobili di pregio e da immobili adibiti ad uso abitativo».
Le perplessità non terminano qui. «Elementi critici – afferma la Corte dei Conti – sono emersi in relazione all’elevato contenzioso con le strutture private accreditate, all’incremento di spesa per consulenze e collaborazioni in ambito sanitario, nonché al frequente ricorso all’istituto delle proroghe contrattuali. L’indicatore che rileva la tempestività dei pagamenti, cui l’Azienda è tenuta per le prestazioni ricevute a vario titolo, risulta, da ultimo, fortemente influenzato dal pagamento dei debiti pregressi». Insomma, la magistratura contabile non risparmia bacchettate.
«Le irregolarità riscontrate – conclude la nota – fanno emergere la necessità di un sistema di contabilità analitica e di un’implementazione delle procedure amministrativo-contabili sottostanti alla corretta contabilizzazione dei fatti aziendali, per migliorare la qualità dei dati contabili». Tali obiettivi « »«dovranno accompagnarsi ad un incisivo processo di razionalizzazione dell’assetto organizzativo dell’Azienda e di coordinamento delle diverse strutture operative, ferma la non più rinviabile esigenza di rafforzare l’efficacia e l’efficienza del sistema dei controlli interni».
LA DELIBERA DELLA SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO: I RILIEVI A VERDOLIVA
La Sezione regionale di controllo per la Campania, nella delibera, rimarca subito un dato: «I ritardi nell’adozione e nell’approvazione dei consuntivi 2018 e 2019». Ad esempio «in data 23 febbraio 2021, constatato il mancato invio della relazione del Collegio sindacale (…), relativa al bilancio consuntivo 2019 – scrivono i magistrati-, questa Sezione ha inviato una nota di sollecito (prot. n. 2239) ai fini della trasmissione della predetta relazione. In data 4 marzo 2021, la suddetta relazione del Collegio sindacale è stata inviata a questa Sezione e acquisita, in pari data, al prot. n. 3839». Al riguardo, «giova precisare che il Collegio sindacale, in sede di riscontro alla nota di sollecito, ha affermato che “il ritardo nella predisposizione della predetta relazione è da ascrivere alle difficoltà riscontrate dagli Uffici nell’elaborare e nel trasmettere i dati necessari, considerato che la maggior parte del personale è in Smart-working”. Anche «con riferimento al 2020, è stata riscontrata tale problematica».
In sede istruttoria «è emerso che il bilancio d’esercizio 2020 è stato adottato con delibera n. 1666 del 26/11/2021, con il parere favorevole del Collegio sindacale». Da approfondimenti «effettuati dalla Sezione, è emerso, inoltre, che la Giunta regionale ha approvato il bilancio consuntivo 2020 della ASL NA 1 con la deliberazione n. 596 del 28/12/2021». L’Azienda «ha motivato il ritardo nell’adozione del bilancio – si legge nella delibera della Corte dei Conti – facendo leva su diversi argomenti. Innanzitutto, l’Ente riferisce che l’assegnazione del riparto del Fondo Sanitario Regionale è stata approvata con la DGRC (delibera giunta regionale, ndr) n. 336 del 27/07/2021 e la verifica della bozza di bilancio è avvenuta in data 20 settembre 2021; successivamente a tale adempimento, è stato necessario riconciliare i dati con la gestione sanitaria accentrata (GSA) in funzione delle verifiche ministeriali ed è stato necessario predisporre una rendicontazione puntuale dei costi Covid sostenuti nel 2020 e dei relativi contributi assegnati ai sensi del decreto-legge 17 marzo 2020». Ossia il decreto Cura Italia, primo provvedimento anti Covid del governo.
Ma la Sezione di controllo sferza l’Asl anche per altro: il rapporto con la Regione, che deve approvare i bilanci d’esercizio delle aziende sanitarie.
«Nel caso di specie – riporta la Corte -, l’Organo de quo ha approvato i bilanci della ASL NA 1 Centro, dettando una serie di prescrizioni alle quali l’Azienda avrebbe dovuto attenersi». Peraltro, anche «in sede di approvazione del bilancio consuntivo 2020, l’Organo esecutivo della Regione, con la deliberazione n. 596 del 28/12/2021, ha impartito, alla stessa stregua di quanto avvenuto in sede di approvazione dei consuntivi 2018 e 2019, una serie di prescrizioni». Tali indicazioni sono inerenti «in particolare, al “completamento della circolarizzazione dei debiti e dei crediti, della sistemazione delle carte contabili e delle voci di credito relative ai doppi pagamenti”, oltre che alla ultimazione del Percorso Attuativo della Certificabilità dei bilanci (come disposto dalla DGRC n. 9 del 12/01/2021), al fine di migliorare ulteriormente i sistemi di rilevazione contabile ed introdurre stabilmente un sistema di controllo interno adeguato, onde garantire la certificabilità del bilancio».
I magistrati chiosano: «Giova sin d’ora precisare che le prescrizioni dettate dalla Regione evocano irregolarità e criticità emerse anche nell’ambito delle verifiche effettuate da questo Ufficio di controllo». Dove la Sezione usa la clava, tuttavia, è nel confronto tra conto economico preventivo e consuntivo. E fioccano i rilievi ai vertici dell’Asl. «Il significativo disallineamento fra gli importi iscritti nel bilancio preventivo con quelli rilevati in sede di bilancio d’esercizio – sentenzia la delibera – costituisce chiaro indice di un deficit di programmazione». E «il management dell’Azienda, dunque, adoperando l’ordinaria diligenza – sostengono i magistrati -, avrebbe potuto conoscere tale patologia gestionale, nonché i fenomeni sottostanti alla gestione de qua, e agire per adottare misure idonee a superare le criticità riscontrate». Emerge, in più, «una lieve diminuzione delle consulenze e collaborazioni esterne in ambito non sanitario nell’anno 2019 rispetto al 2018; un incremento delle consulenze e collaborazioni esterne in ambito sanitario nell’anno 2019 rispetto al 2018». Nel secondo caso «l’Azienda ha precisato che questa voce include le spese relative alle “prestazioni richieste dalla ASL ai propri dirigenti ad integrazione dell’attività istituzionale, allo scopo di ridurre le liste di attesa o di acquisire prestazioni aggiuntive, in presenza di carenza di organico ed impossibilità a coprire i relativi posti con personale in possesso dei requisiti di legge».
Altro tasto dolente: la mobilità sanitaria. «Dall’esame del bilancio d’esercizio 2019 – annota la Corte – emerge che, rispetto all’anno 2018, si è registrato un miglioramento del saldo complessivo, pur se negativo, per effetto dell’entrata in funzione dell’Ospedale del Mare». La mobilità «ha gravato sul disavanzo 2019 con un saldo negativo complessivo per € 281.049/migliaia di euro, con un miglioramento rispetto al 2018 di € 5.630/migliaia di euro”. Sempre dalla Relazione sulla gestione 2019 si ricava che “la mobilità attiva intraregionale ha registrato un incremento di 23 milioni di euro” (tale aumento della produzione si è registrato, in particolare, nelle prestazioni di ricovero, come effetto dell’apertura dei nuovi reparti presso l’Ospedale del mare), mentre “il risultato non è altrettanto positivo per la mobilità extraregionale, che subisce invece un peggioramento del 26%».
La Sezione – citando la Relazione sulla gestione 2019 – conclude: «Ancora troppi assistiti vanno fuori Regione per le prestazioni sanitarie di ricovero e di specialistica”. Il Collegio rileva come i dati della mobilità extra regionale evidenziano una chiara e persistente difficoltà dell’Azienda nell’offerta sanitaria, che contribuisce al peggioramento del risultato di esercizio». In termini generali – elemento ancor più allarmante -, «la mobilità passiva extra regionale si traduce in una con una redistribuzione indiretta del Fondo sanitario nazionale a favore delle regioni più virtuose (Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Campania, deliberazione n. 217/2019/PARI)».
martedì, 17 Maggio 2022 - 20:08
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