L’inchiesta sull’omicidio del boss Pasquale Tortora, avvenuto ad Acerra il 20 maggio del 2020, si arricchisce di nuovi elementi.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone: in calce al provvedimento vi sono i reati di concorso in omicidio, detenzione illegale di armi e ricettazione, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Il provvedimento si aggiunge ai due arresti già avvenuti nell’ottobre del 2020: in manette finirono Alessio Galdiero, poi divenuto collaboratore di giustizia, e Angelo Di Palma.
Nella nuova misura cautelare, spiccata dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, viene cristallizzato il contesto criminale dell’epoca. Un gruppo formatosi ad Afragola e coagulatosi intorno a Cosimo Nicolì (classe ’77), e un guidato da Bruno Avventurato (classe 75), operante ad Acerra, avevano ideato e organizzato l’omicidio di Pasquale Tortora. Nell’occasione – secondo le risultanze investigative – il gruppo Avventurato aveva fornito il necessario supporto logistico ai sicari, mentre il Nicolì si era preoccupato di reperire i killer.
Duplice sarebbe stato il movente dell’omicidio: vendicare l’uccisione di Giuseppe Avventurato, fratello di Bruno e già capo dell’omonimo gruppo, di cui si riteneva responsabile il predetto Tortora, e suggellare un patto tra i due gruppi camorristici finalizzato ad assicurarsi il controllo congiunto dei traffici illeciti nel territorio di Acerra.
Tra i coinvolti nell’indagine vi era anche Di Balsamo Pasquale, ucciso il 29 aprile scorso in una sparatoria avvenuta ad Acerra tra lo stesso Di Balsamo e il 21enne Vincenzo Tortora, anch’egli deceduto in conseguenza del conflitto a fuoco. Le evidenze investigative hanno dimostrato che Pasquale Di Balsamo si era prodigato in prima persona per fornire “l’appoggio” ai killer di Pasquale Tortora.
Sullo sfondo resta l’operatività del gruppo di Cosimo Nicolì, il quale, nel rapportarsi con i propri sodali e alleati ha speso il nome della famiglia Senese originaria di Afragola, ora di stanza a Roma e già in storici rapporti con il clan Moccia.
venerdì, 20 Maggio 2022 - 08:28
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