Anm nel caos dopo lo sciopero flop, Cdc rovente: doppie dimissioni di Di Rienzo

di Gianmaria Roberti

Via da Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati. E poi via proprio dall’Anm. Le doppie dimissioni – annunciate nel tesissimo Comitato direttivo centrale in corso oggi (sabato 28 maggio) – sono di Stefania Di Rienzo, giudice del Tribunale di Piacenza, eletta con la lista Articolo 101.

I malumori, nel sindacato delle toghe, stanno esplodendo dopo lo sciopero del 16 maggio, proclamato contro la riforma Cartabia. All’astensione ha aderito solo il 48,4% dei magistrati. Le dimissioni di Di Rienzo – accolte per voto nominale dal comitato – trovano, però, origine in un gesto precedente. Parliamo della lettera, firmata da 42 magistrati, riassunta nella formula «Né con la Cartabia, né con questa Anm».

Il documento, reso pubblico a inizio maggio, critica lo sciopero e la stessa Anm. Si torna ad attaccare il correntismo, nodo gordiano della magistratura. Ma si boccia la riforma del guardasigilli, ritenuta incapace di incidere su tali aspetti. Di Rienzo è una dei 42 firmatari. Ha formalizzato le dimissioni il 24 aprile scorso, senza motivazioni. Le ragioni, tuttavia, le spiega adesso. «La dimissione senza motivazioni del 24 aprile – dichiara il giudice intervenendo nella riunione del comitato – è nata per una mia scelta, non è stata motivata perché avevo firmato, in vista della riunione del 30 aprile, la lettera “Né con l’Anm né con la Cartabia”. In quella lettera troverete le motivazioni. Mi sono consultata con colleghi che nell’Anm mi avevano votato, che avevano creduto a un progetto».

Di Rienzo precisa: «Sono entrata nell’Anm con i colleghi dell’Articolo 101, per un rispetto dei magistrati tutti e anche di coloro che avevamo creduto nel nostro progetto: sorteggio, rotazione dei direttivi, responsabilità dei consiglieri. Fermo restando che, nelle vallutazioni che ho visto partecipando ai lavori con i colleghi, si tende ad esasperare dei conflitti che, a mio parere, alla magistratura non devono appartenere, se questo è l’intento dell’Anm».

L’esponente di Articolo 101 previene le obiezioni. «Non ho palesato nulla in assemblee – racconta -, perché io rispetto il pensiero altrui, quindi lo sciopero, come il diritto al voto, è segreto e personale. Non ho aderito, nel mio intimo, allo sciopero. Me ne sono stata silente, ma non silente -indifferente. Silente perché non ho approvato questo modo. Fermo restando che le perplessità sulla astensione erano già state palesate da noi del 101 il 13 marzo, in minoranza. Si era proposta una azione ferma, poi c’era stata la vigile attesa». Al posto di Di Rienzo, nel Cdc, entra Cristina Carunchio, pm a Vicenza.

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sabato, 28 Maggio 2022 - 13:57
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