Maxi operazione della Dia di Napoli contro il clan Mallardo: eseguite 25 misure cautelari, di cui 17 in carcere e 8 ai domiciliari. In manette anche Michele Olimpio, 63 anni, considerato reggente della potente cosca di Giugliano in Campania.
Secondo le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, Olimpio usava la scusa delle cure odontoiatriche, per tornare in città dal Piemonte, e tenere summit con gli affiliati. Al nord, infatti, scontava ai domiciliari – per motivi di salute – una condanna a 30 anni per omicidio.
In concorso con lui, è indagato – per false attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria – anche il dentista Antonio Ciccarelli, finito ai domiciliari. Agli indagati è contestata una raffica di reati: estorsione, a detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, false attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, favoreggiamento personale, fittizia intestazione di beni, impiego di denaro di illecita provenienza, autoriciclaggio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Tutti delitti aggravati dal metodo mafioso.
A inguaiare il medico sono state le intercettazioni e le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Per gli inquirenti, ad esempio, nel marzo 2018 Olimpio deve tornare a Giugliano. Urge risolvere una questione riguardante il suo presunto “delfino”, Stefano Cecere, pur’egli condotto in carcere stamane. Il ras avrebbe contattato il dentista, comunicando di avere mal di denti, e di necessitare di una visita. Dettaglio decisivo: avrebbe indicato lui al medico le date da inserire nel certificato.
«Antonio – precisa Olimpio in un’intercettazione – però devi fare 22 e 27 (marzo 2018)». Ciccarelli, in precedenza, dice: «E vedi un po’ di fare una domandina». Ma il ras è perentorio: «E allora Antonio mi devi mandare tu un certificato, una cosa che io devo venire a Napoli per il controllo di questi denti!». Tra l’ottobre del 2016 e il dicembre del 2017, numerose istanze sono presentate al Tribunale di Sorveglianza di Vercelli, sempre per visite odontoiatriche presso quello studio. Nelle carte, un capitolo intenso riguarda il pizzo. Nel mirino delle estorsioni, ci sarebbero stati i cantieri edili, in città come nella fascia costiera, tra Licola, Varcaturo e Lago Patria.
Ad aiutare Olimpio nella gestione del clan, tra gli altri, ci sarebbero stati alcuni familiari. A partire dalla moglie ucraina, Lyudmyla Pylypenko, finita in cella oggi. Secondo gli investigatori, il reggente intesseva le relazioni tra i diversi gruppi criminali del territorio. L’obiettivo sarebbe stato di dirimere i conflitti interni, gestendo i rapporti con il gruppo scissionista delle palazzine di Giugliano. Ma pure consolidando l’intesa dei Mallardo con i clan federati, i Contini e Licciardi, le altre due teste dello storico cartello dell’Alleanza di Secondigliano. Nel blitz, sono scattati i sigilli a molti beni, tra cui un’agenzia di scommesse, ritenuta riconducibile a Olimpio.
IN CARCERE
Michele Olimpio
Stefano Cecere
Giuseppe Ciccarelli
Sabatino Cimmino
Carmine Di Vivo
Salvatore Lama
Francesco Mallardo (classe 1972)
Giuseppe Mallardo (classe 1959)
Pasqualina Olimpio
Giovanni Papa
Angelo Pirozzi
Vincenzo Pirozzi
Lyudmyla Pylypenko
Marco Ruggiero
Antonio Russo
Giuseppe Speranza
Antonio Tesone
Biagio Vallefuoco
AI DOMICILIARI
Mario Quaranta
Giuseppe Sacco
Domenico Di Nardo
Raffaele Napolitano
Antonietta Marzano
Volodymyr Trybushuk
Vincenzo Olimpio
Antonio Ciccarelli
martedì, 7 Giugno 2022 - 22:26
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