Stadio Collana al Vomero, dopo la sentenza Tar c’è un’interrogazione: «Giano non va via, la Regione che fa?»

di Gianmaria Roberti

Allo Stadio Collana non si muove foglia, e non c’entra il gran caldo di giugno. In attesa dell’appello al Consiglio di Stato, tutto resta come prima, con la concessionaria Giano in sella, nonostante la sentenza sfavorevole al Tar Campania.

Nessun segnale dalla Regione, pur vittoriosa in tribunale, nel nuovo capitolo di un lungo braccio di ferro, con al centro lo storico impianto napoletano del Vomero. Una sferzata, allora, viene da un’interrogazione in consiglio regionale di Maria Muscarà (gruppo misto). «La Società Giano, in seguito allo “sfratto esecutivo” ricevuto dal Tar della Campania – dichiara la consigliera – è ufficialmente decaduta dalla gestione di un bene regionale, e non ha abbandonato lo stadio Collana, anzi. Abbiamo presentato una nuova interrogazione e la richiesta di audizione in Commissione Trasparenza, in quanto sono passate settimane ma nulla è cambiato. Da ormai tanto tempo la Regione Campania ha accertato l’illegittimità gestionale all’interno della struttura regionale, da parte della società Giano che non ha alcuna intenzione di andare via, pare stia infatti programmando già le iscrizioni sportive di settembre».

Muscarà – da anni in trincea contro la gestione della società dell’imprenditore Paolo Pagliara – è in pressing sulla Regione. Il Tar ha avallato i passi di Palazzo Santa Lucia, bocciando il ricorso avverso il provvedimento di decadenza, notificato a Giano dal commissario ad acta Pasquale Manduca. Alla concessionaria, si contesta una serie di violazioni. E adesso, cos’è questo silenzio? Certo: la parola definitiva spetta al Consiglio di Stato, cui Giano si rivolgerà. Ma la sentenza del Tar è esecutiva, eppure la Regione mostra cautela. Nell’incertezza, migliaia di atleti, di ogni età, sono col fiato sospeso.

E Muscarà incalza. «La Regione – sostiene la consigliera – sembra trovarsi nella situazione di un proprietario di casa qualunque, il quale non riesce a cacciare un occupante abusivo, pur avendo ricevuto dal tribunale la sentenza di sfratto esecutivo. Il vero problema è che non c’è tutta la volontà da parte della regione di ottemperare ai compiti indicati dal commissario, o si tratta semplicemente di una farsa burocratica. Eppure, il Tar ha indicato non solo problemi di natura civile della società, bensì anche di natura penale». Nell’interrogazione al governatore De Luca, si chiede «delle iniziative amministrative e giudiziarie che si stanno approntando per l’immediato recupero della struttura sportiva da parte della Regione e per il risarcimento di tutti i danni conseguenti all’illegittima condotta tanto grave da aver comportato la decadenza dalla concessione».

Più in generale, si domanda «di uno specifico crono-programma di azioni che si intende porre in essere per mettere a disposizione delle associazioni sportive e della comunità lo Stadio Collana». Ma ci sono molti altri interrogativi. Muscarà vuol sapere «della legittimità e correttezza dei contenuti dell’accordo aggiuntivo (tra Regione e Giano, ndr) del giorno 11.01.2019 e del procedimento istruttorio che ha condotto all’integrazione della convenzione del 23.07.2018 di cui al commissariamento della Direzione generale per le risorse strumentali della regione Campania, chiarendo se si sia trattato o meno di una libera iniziativa del direttore generale». Da chiarire, inoltre, «se ancora alla data odierna l’Ente Regionale continua a sostenere le spese di guardiania ed utenza in favore del concessionario ed a quale titolo».

Si intende, poi, appurare l’esistenza «delle conseguenti iniziative amministrative e giudiziarie, anche interne agli uffici regionali, conseguenti alle attività di verifica ed accertamento espletate dal commissario straordinario e dalla commissione ispettiva». Ma anche «delle conseguenti iniziative amministrative e giudiziarie anche volte a sanare tutti i danni arrecati all’erario pubblico in ragione dell’accordo aggiuntivo». Ulteriori dilemmi: la «quantificazione di quanto sin qui versato dal concessionario all’erario pubblico e delle attività dallo stesso poste in essere in adempimento degli obblighi nascenti dalla convenzione. La «verifica del rispetto da parte del concessionario di tutte le vigenti norme in materia di sicurezza, rilevate in violazione come da Decreto Commissariale – con particolare riferimento alle norme antincendio e igiene, alla luce di quanto era stato accertato dai vigili del fuoco, come da indicazioni del tribunale amministrativo regionale».

Non mancano richieste di «verifica che l’attività sin qui espletata sia avvenuta a seguito dell’accensione di valide ed efficaci polizze assicurative di responsabilità civile verso terzi e verso i prestatori di lavoro, previste dalla convenzione come da indicazioni del tribunale amministrativo regionale». Si invoca, infine, una «verifica di conformità urbanistica delle opere realizzate dalla Giano e dell’eventuale esigenza di opere di ripristino e messa in sicurezza da porre a carico esclusivo del concessionario; l’accertamento «della sussistenza di eventuali debiti a carico del concessionario e quindi della Regione Campania per le opere oggetto di affidamento senza procedura di evidenza pubblica». Intorno al Collana aleggiano ancora troppi dubbi.

mercoledì, 8 Giugno 2022 - 10:24
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