Va bene mantenere un figlio agli studi pure con la maggiore età, princpio pacificamente ammesso dalla giurisprudenza. Ma a tutto c’è un limite, anche perché dal 2020 la Cassazione ha posto dei paletti. Se n’è resa conto una 36enne, iscritta da 18 anni alla facoltà di Medicina, senza essersi laureata, il cui padre – separato dalla madre – ha fatto ricorso al Tribunale di Napoli.
Il giudice Carla Hubler – come riferisce il Corriere del Mezzogiorno – ha accolto la richiesta delll’uomo, un bancario di Portici in pensione, di sospendere l’erogazione dell’assegno di mantenimento. La decisione è stata adottata «tenuto conto dell’età della figlia, del tempo trascorso dall’iscrizione all’università, dal tenore della documentazione sul percorso degli studi». In sostanza, l’assegno va sospeso «in ragione del principio di auto responsabilità». Ossia, quello evocato, due anni fa, dall’innovativa pronuncia della Suprema Corte.
Per il giudice deve considerarsi anche che «è già trascorso quantomeno il doppio del tempo previsto per il corso di laurea». Insomma, bisogna bilanciare gli interessi: quelli della figlia, studentessa assai fuori corso, a proseguire gli studi, ma pure quelli del genitore separato, non inchiodandolo ad obblighi di mantenerla a vita. La 36enne, iscrittasi a Medicina nel 2006, ha potuto beneficiare, fino ad oggi, di 300 euro al mese. Alla donna il padre ha anche comprato un appartamento. Lei ha attribuito ad una depressione il mancato conseguimento, sinora, della laurea. I legali del bancario, gli avvocati Ciro Renino ed Emanuela Speciale, hanno anche contestato l’autenticità del libretto universitario, «non essendovi l’intestazione dell’ateneo, la matricola di riferimento ed il nome dello studente».
sabato, 2 Luglio 2022 - 13:22
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