L’accusa è di voto di scambio, senza aggravanti: avrebbe messo a disposizione 10mila euro per la compravendita dei voti a Cercola, nel quartiere Caravita, alle ultime elezioni regionali. Carmine Mocerino – capogruppo regionale del gruppo De Luca Presidente ed ex presidente della commissione anticamorra della Campania – è indagato dalla Procura di Napoli, in un’inchiesta in due tempi. Si parte da quelli indagati in concorso con lui, sempre a piede libero: Giuseppe Romano, 40 anni, consigliere comunale a Cercola e referente politico di Mocerino della zona: avrebbe consegnato i 10mila euro del consigliere regionale a Ciro Bisogni, 47 anni, soprannominato ‘o Cecoff, che davanti a un seggio di Cercola avrebbe reclutato elettori in cambio di soldi; Giuseppe Castiello, 54 anni, ritenuto intermediario tra Mocerino e Romano; Pasquale Ariosto, 57 anni, accusato, come Bisogni, di avere offerto e dato i soldi ai votanti davanti al seggio.
C’è poi il secondo step dell’indagine, che ipotizza un pestaggio, mai denunciato, e un’estorsione da mille euro, subiti da Bisogni. Per questo sono accusati Pasquale Salvatore Ronza, 33 anni, soprannominato Calimero, al momento irreperibile, e Mario Chiummariello, 34 anni, detto Guappariello. Per loro due, cui si contesta anche l’aggravante del metodo mafioso, il gip Marcello De Chiara ha disposto la custodia cautelare in carcere. Bisogni si sarebbe «comportato male – si legge nell’ordinanza cautelare – con il sistema» di Ponticelli, cioè il clan De Luca Bossa-Minichini. Ossia avrebbe «chiesto e comprato dei voti senza chiedere l’autorizzazione e senza avere pagato alcuna tangente». A raccontare il presunto retroscena è Rosario Rolletta, collaboratore di giustizia, a sua volta indagato. Il pestaggio sarebbe avvenuto a casa sua, il 21 settembre, giorno di votazioni. Per il gip «il primo riscontro alla correità di Ronza Pasquale emerge da una conversazione tra Quarto Mario e De Micco Pasquale (non indagati, ndr)». De Micco risiede nella stessa strada di Rolletta e «perciò è stato un testimone oculare dell’accaduto».
L’uomo descriverebbe «il tentativo del Bisogni di scagionarsi con il Rolletta, facendo credere di essere stato al seggio elettorale senza ricevere nulla in cambio; gli stessi intercettati convengono che la scusa era poco credibile, perché nessuno sarebbe rimasto al seggio l’intera giornata “per niente”. Il De Micco spiega, quindi, che oltre al Rolletta erano sopraggiunte altre persone (“poi sono arrivati questi qua con il mezzo”) e quando l’Ariosto gli chiedeva chi fossero, l’altro gli risponde: “Calimero proprio”, ove l’aggiunta della parola “proprio” sembra significare “proprio lui in persona”. Dal momento che “Calimero” è certamente il Ronza, tale conversazione prova alla stregua di fatto incontestabile che l’indagato era uno degli autori del pestaggio del Bisogni». De Micco rivela a Quarto: «Mi sono detto “lo stanno uccidendo a questo». E Rolletta conferma l’accaduto.
domenica, 10 Luglio 2022 - 12:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA