Bambina affetta da problemi neurologici peggiora dopo il richiamo del vaccino Covid: Tribunale nega il risarcimento

vaccino covid
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Per i genitori di una minore, affetta da problemi neuro-psico-patologici, le sue condizioni si sarebbero aggravate dopo la somministrazione del richiamo del vaccino antitetano. Per questo chiedevano un risarcimento di oltre sei milioni di euro. Il Tribunale di Siracusa, sezione civile, però ha rigettato la richiesta risarcitoria. A renderlo noto è l’avvocato Cesare Gervasi del Foro siracusano, insieme all’avvocato Alessandra Vindigni del Foro di Ragusa, legali dell’Asp di Siracusa, convenuta nel giudizio.

“Secondo i genitori – spiegano i legali – le condizioni della bimba si sarebbero aggravate a seguito della somministrazione, da parte del Servizio di igiene pubblica del distretto sanitario di Augusta, del richiamo del vaccino anti tetano, difterite e pertosse e del vaccino anti morbillo, parotite e rosolia, e ciò a causa della asserita negligenza dei sanitari che – a loro dire – avrebbero omesso valutazioni prudenziali”. L’Asp di Siracusa ha contestato gli addebiti evidenziando che “al momento della somministrazione, la minore non risultava affetta da alcuna condizione che dovesse indurre gli operatori del centro vaccinale a ritardare o a non effettuare la somministrazione”.

I legali dell’Azienda Sanitaria hanno altresì eccepito che l’inoculazione oggetto di contestazione era un richiamo e che, dunque, l’analisi preliminare era stata condotta prima della somministrazione della prima dose del suddetto vaccino che, peraltro, non aveva causato alcun effetto collaterale e/ o reazione”. Il Tribunale, condividendo le conclusioni dei propri consulenti tecnici, ha accolto la tesi della difesa. La sentenza ha accertato la “….mancanza di alcun nesso di causalità tra il peggioramento della condizioni della salute della piccola…..e la somministrazione del richiamo dei vaccini….”.

sabato, 27 Agosto 2022 - 14:46
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