«Guai a voi che ora ridete calpestando i fratelli e guai a voi perché poi piangerete ma non è una minaccia di un Dio che vuole distruggere, è la realtà se alimentiamo sentimenti negativi che ci mettono l’uno contro l’altro».
E’ un monito severo quello che l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare Francesco Alfano pronuncia durante l’omelia ai funerali di Alessandro C., il ragazzino di 13 anni che si è tolto la vita a Gragnano perché vittima dei bulli. Commentando le parole delle ‘Beatiduini’ del Vangelo di Luca, monsignor Alfano ha riservato parole dure a chi ha non risparmiato insulti e minacce ad Alessandro, a chi l’ha piegato psicologicamente fino al punto di spezzarlo.
Ad ascoltare le sue parole tantissimi ragazzini, compagni di scuola e di basket di Alessandro. Si sono presentati in chiesa indossando t-shirt bianche con sovrimpressa la foto di Alessandro e la scritta ‘Alessandro vive’.
Un amico di Alessandro avrebbe voluto leggere una ‘intenzione’ della preghiera dei fedeli. Si conoscevano da quando avevano tre anni, da quando erano all’asilo, ma non ha retto all’emozione. Una docente del ragazzo l’ha ricordato così: «Averti avuto come alunno – ha detto, emozionata – per me è stato un dono. Eri una persona speciale: ci hai insegnato ad amare e a perdonare».
La bara bianca è uscita tra due ali di folla sulle note della canzone di Blanco «Finchè non mi seppelliscono», tra il lancio di palloncini bianchi e una scritta ‘Ale’. Lungo e commosso l’applauso che ha accompagnato la bara all’uscita dalla chiesa.
mercoledì, 7 Settembre 2022 - 22:31
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