Elezioni Csm, la riforma ‘affossa correnti’ fa cilecca: Mi vince, Area insegue. Regge Unicost, un seggio a Md | Tutti i nomi

Il Csm riunito in plenum
di Manuela Galletta

La riforma Cartabia sul Csm che voleva arginare le correnti e premiare gli indipendenti fa cilecca. Il mondo associativo ha serrato i ranghi ed è entrato in blocco nel nuovo Consiglio superiore della magistratura. Dei venti eletti solamente in due erano candidati ‘autonomi’, ma comunque con importanti trascorsi nelle correnti che hanno poi fatto la differenza. E così la riforma Cartabia non ha fatto altro che esaltare e rafforzare ciò che, in maniera propagandistica, affermava di voler distruggere. E’ questo il dato più rumoroso di un’elezione assai partecipata sul fronte dei candidati: in lizza c’erano ben 87 magistrati. Un’enormità. 

L’altro dato singolare riguarda il ‘colore’ delle correnti più votate: la vittoria della sfida, che si è giocata con un nuovo e articolato meccanismo di voto, è andata a Magistratura indipendente, la corrente più conservatrice che era stata duramente colpita dal ‘Palamaragate’, ma Area – la corrente più a sinistra – la tallona. Ne viene fuori una sorta di bipolarismo dove a fare pendere l’ago della bilancia saranno i sette magistrati ‘estranei’ alle due correnti, 4 dei quali appartengono a Unicost. 

Mi ha saputo resistere e riemergere dalle difficoltà ma, soprattutto, è stata in grado di tenere botta alla silenziosa ‘scissione’ consumatasi al suo interno: tra i candidati autonomi c’erano magistrati iscritti a Mi sostenuti dall’ex capocorrente Cosimo Mattia Ferri. I seggi che si aggiudica sono in tutto 7, mentre una sua esponente – il giudice di Cassazione Paola D’Ovidio – agguanta il primo scalino del podio con 1860 preferenze. 

I seggi toccati ad Area, invece, sono 6 e sul pg in Cassazione Antonello Cosentino è il secondo più eletto: 1226 voti. Area ha pagato la ‘scissione’ di Magistratura democratica, che – dopo un matrimonio lungo 14 anni – ha deciso di correre da sola. Una scelta, quella di Md, che è stata penalizzante. Il gruppo guidato da Stefano Musolino ha visto l’affermazione solo di un suo rappresentante, il giudice del Tribunale di Napoli Mimma Miele: è stata premiata con 879 voti. Ed è stato sostenuto da Md, anche se non formalmente, il procuratore aggiunto di Milano Roberto Fontana, presentatosi come autonomo: per lui 675 voti. Fontana, che ha una storia associativa in Area, è sceso in campo in segno di rottura con la sua corrente ed ha goduto dell’appoggio silenzioso di iscritti ad Area che non hanno digerito l’imposizione dei vertici nazionali della correnti sul candidato di punta indicato nel pm romano Mario Palazzi. Resta adesso da vedere se Fontana ricucirà i rapporti con Area, appoggiando la corrente nella sua ‘politica’ o se invece si metterà di traverso, facendo salire la forza di Magistratura indipendente. L’unico vero autonomo di questa elezione resta il giudice veronese Andrea Mirenda, trascinato nella mischia dal sorteggio – previsto dalla legge – per assicurare la presenza di almeno 6 candidati per collegio. 

Chiudono, infine, la composizione di questo nuovo Csm quattro componenti di Unicost, la corrente di cui era leader l’ormai ex pm Luca Palamara: i centristi sono riusciti a rimanere a galla ed ora il loro voto farà la differenza all’interno dell’organismo di autogoverno delle toghe. «A urne chiuse, possiamo esprimere la nostra gioia per il risultato conseguito. Il gruppo di Unicost vive ed il suo progetto è attuale. Il percorso di vero rinnovamento e le qualità umane e professionali dei candidati hanno pagato. Un sincero augurio anche a tutti gli altri consiglieri eletti. Adesso inizia la parte difficile, rifondare il CSM su basi di fiducia e credibilità interna ed esterna. I consiglieri di Unicost faranno la loro parte», ha commentato Rossella Marro, presidente nazionale Unicost.

Sorprende, infine, l’assenza dal Csm di esponenti di ‘Autonomia & Indipendenza’, la corrente di Piercamillo Davigo che nel 2018 portò a casa 4 consiglieri. La creatura del ‘dottor Sottile’ ha perso di vigore a causa delle lotte intestine che l’hanno dilaniata, non a caso la campagna elettorale della compagine è stata pressoché inesistente dal punto di vista mediatico. 

venerdì, 23 Settembre 2022 - 17:36
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