Spezzare la tragica catena dei suicidi in carcere, 65 dall’inizio del 2022 nei 192 istituti di pena d’Italia. E’ questo no degli obiettivi della circolare 3696/6146 emanata ieri dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria con la quale si ‘stabilizza’ l’uso dei telefonini per videochiamate ai congiunti da parte dei detenuti. Una svolta, nel panorama carcerario italiano, che certamente verrà incanalata secondo stringenti regole e paletti ma comunque potrà dare una boccata di ossigeno ‘familiare’ a chi vive ristretto in carcere.
La circolare che ha ad oggetto “Colloqui, videochiamate e telefonate”, dunque, vuole «favorire il ricorso alle videochiamate, particolarmente idonee ad agevolare il mantenimento delle relazioni familiari e soddisfare le imprescindibili esigenze di sicurezza». Un sistema che riguarderà tutti i ristretti tranne quelli in regime di carcere duro e che vuole assicurare «il diritto costituzionale di ciascun individuo al mantenimento delle relazioni socio familiari».
Le videochiamate potranno avere la durata di soli 10 minuti a settimana e, al fine di contrastare eventuali abusi o comportamenti impropri, per non trasformare cioè la videochiamata in un sistema per continuare a delinquere, dovranno avvenire secondo precisi standard.
In primo luogo verranno create «apposite salette che, attraverso la installazione di apparecchiature dedicate, possano consentire la realizzazione di una pluralità di videocolloqui, con il controllo visivo del Personale addetto alla vigilanza, il quale, da appositi schermi, potrà effettuare, contestualmente, le necessarie verifiche circa la correttezza della modalità di svolgimento degli stessi».
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Inoltre, per impedire multichiamate «le videochiamate, effettuate con l’uso di personal computer o di apparecchi di telefonia mobile, avranno luogo con l’utilizzo dell’applicativo Teams, opportunamente settato secondo le specifiche tecniche, operative e infrastrutturali definite dalla Direzione generale dei Sistemi Informativi Automatizzati in collaborazione con il Servizio informatico penitenziario, che saranno inviate con successiva nota esplicativa».
Colloqui e telefonate, si sottolinea nella nota del Dap, svolgono una «funzione fondamentale sul piano trattamentale, quale modalità di conservazione delle relazioni sociali e affettive nel corso dell’esecuzione penale e quale strumento indispensabile per garantire il benessere psicologico delle persone detenute, al fine di attenuare quel senso di lontananza dal mondo delle relazioni affettive, che è alla base delle manifestazioni più acute di disagio psichico, spesso difficilmente gestibili dal personale e che, non di rado, possono sfociare in eventi drammatici».
Le videochiamate in carcere sono state introdotte ormai tre anni, in epoca pandemica, quando da un giorno all’altro i detenuti a causa delle restrizioni persero quegli unici momenti di condivisione e ricongiungimento con i familiari. Un periodo drammatico per le carceri italiane, attraversate in quei giorni da Nord a Sud da gravissime proteste.
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mercoledì, 28 Settembre 2022 - 09:44
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