Lascia la toga Nobili, il pm ‘leggendario’: dalla mafia al terrorismo, ha firmato inchieste storiche per la Procura di Milano


In prima linea fino alla fine, quando si è occupato di mettere un argine alle proteste No Vax che paralizzarono Milano. Alberto Nobili, il pm chiamato ‘il leggendario’, lascia la toga dopo 42 anni e una carriera ai vertici segnata da grandi inchieste e sacrifici personali altissimi al servizio dello Stato. Come l’aver trascorso un lungo periodo della sua vita sotto scorta perché minacciato di attentati; è stato forse questo il prezzo più alto pagato per una carriera da pubblico ministero in cui ha investigato sulla criminalità organizzata da pm di punta dell’Antimafia milanese, sui sequestri di persona, sul terrorismo italiano e islamico.

Raggiunti i 70 anni, che festeggia oggi 13 ottobre, Nobili va in pensione lasciando un archivio di indagini di alto profili oltre che un patrimonio lavorativo e umano che resterà nella storia della procura meneghina; un impegno che gli è appunto valso il soprannome ‘il leggendario’.

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Milanese di adozione, perché di origini romane e marchigiane, ha debuttato in magistratura nel 1979 ed ha sempre lavorato al quinto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. Tra le inchieste che gli sono valse le prime pagine dei giornali, quella sul vino al metanolo che mieté vittime nella prima metà degli anni 80; poi il ruolo nella Dda di Milano e le prime indagini sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta. In quel periodo ha istruito gli storici maxi processi Nord-Sud e Wall Street rischiando anche la vita in quanto nei suoi confronti fu progettato un attentato, fortunatamente sventato con l’arresto del commando.

Dal 2007 è diventato procuratore aggiunto e coordinatore del pool criminalità e omicidi occupandosi di casi complessi come l’omicidio di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia sciolta nell’acido dal compagno e della coppia ‘diabolica’ che aggrediva coetanei con l’acido.

Tornato pubblico ministero dopo 10 anni, si è occupato del rientro in Italia del terrorista e omicida Cesare Battisti, tornato in Italia dopo 40 anni di latitanza.

Nobili nell’ultimo tratto della carriera è stato anche in corsa per il ruolo di procuratore, ma senza riuscirvi perché senza alcuna corrente a sostenerne la candidatura.

Un professionista della giustizia raccontato da colleghi e giornalisti come uomo dalla schiena dritta ma anche ardimentoso. Nel 1997 si offrì come ostaggio quando Domenico Gargano tenne per 28 ore asserragliati con lui in una banca i dipendenti; fu Nobili a  convincerlo ad arrendersi. Due anni fa, poi, in piena pandemia salì su un gru e riuscì a sedare la rivolta dei detenuti di San Vittore, che dal tetto del carcere chiedevano di uscire per paura del Covid.

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giovedì, 13 Ottobre 2022 - 09:36
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