«L’inaugurazione di questa università – dice orgoglioso il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – è la vittoria di un quartiere e di una città sul pregiudizio. Il pregiudizio che Scampia fosse il luogo della morte, dove le cose non si fanno mai».
Dopo venti anni di attesa e un cantiere aperto per 14 anni, il polo universitario della Federico II dedicato alla Laurea Triennale e Magistrale delle Professioni Sanitarie apre finalmente i battenti. Trentadue aule, altrettanti laboratori e 50 uffici, con parcheggi dedicati per una superficie complessiva di 21mila metri quadri circa. La struttura circolare che ha al suo centro la ‘piazza della cultura’ ha visto oggi il taglio del nastro e salutato i primi studenti. «Ci sono ancora dei lavori da terminare, ma posso garantire che la Federico II non ha mai lasciato progetti in sospeso e Scampia non è un deserto», garantisce il rettore della Federico II Matteo Lorito.
L’aula magna è gremita. Ci sono numerose scolaresche di istituti superiori provenienti da Scampia e dai quartieri limitrofi. Ci sono numerosi esponenti del mondo politico locale, nonché il procuratore generale di Napoli Luigi Riello e il presidente della Corte d’Appello di Napoli Giuseppe de Carolis di Prossedì. C’è anche Antonio Bassolino, che questo progetto l’ha voluto per primo e oggi ne saluta la nascita, mentre l’ex sindaco Luigi de Magistris ha preferito dare forfait e pungere Manfredi che però non ha raccolto la provocazione.
Ex rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università, Manfredi ha vissuto da più angolazioni diverse il percorso di nascita di questo polo universitario che affaccia su viale della Resistenza, laddove un tempo sorgeva la Vela H, tra i ‘monumenti’ simbolo di degrado e violenza. «Napoli e Scampia sono la prova che qui le cose si fanno e si fanno anche meglio che altrove», rivendica con orgoglio. «Scampia ha fortemente voluto questa sede. E questo oggi è un punto di partenza. Napoli può essere punto di ripartenza per il Paese – conclude Manfredi – E lo può fare partendo proprio da quei luoghi che vengono definiti luoghi del disagio ma sono luoghi delle opportunità».
Anche il vescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, durante la benedizione del polo universitario, ha parlato di speranza e di futuro per un quartiere che per troppo tempo è rimasto prigioniero di una narrazione tutta schiacciata sulla criminalità organizzata: «Oggi Napoli si congiunge ad una delle sue periferie più dimenticate ed etichettate, oggi in un luogo dove molti giovani venivano cercare la morte inizia una storia nuova, in questo quartiere i giovani verranno a costruire il proprio futuro. Qui i giovani verranno a raccogliere sapienza e coraggio per servire coloro che hanno più bisogno di aiuto, i malati e i deboli. Vogliamo che il signore benedica questo luogo e che benedica i loro sogni di riuscita della loro vita ordinandoli alla giustizia e alla pace».
Sprona i giovani a custodire gelosamente l’università, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha ricordato come «più si riqualifica il territorio e più cresce il senso civico». Tuttavia De Luca ha auspicato, per il futuro, tempi più celeri per la realizzazione di opere come quella dell’università perché «un Paese che ci mette 15-20 anni per realizzare un’opera come questa è un Paese morto. Non è accettabile».
Soddisfatto per il risultato conseguito l’attuale rettore della Federico II Matteo Lorito, che ha ringraziato tutti i rappresentanti delle istituzioni che in 20 anni hanno lavorato per il raggiungimento di questo traguardo: «Oggi è una grande emozione con cui proclamiamo l’ingresso della comunità di Scampia nella rete della cultura, della formazione universitaria d’eccellenza, della ricerca, dello sviluppo tecnologico, dell’assistenza medica avanzata – ha detto – Questo risultato è un orgoglio per Napoli, per la Campania e il Paese. Siamo consapevoli che la presenza dell’Università è strumento potente contro il rischio di degrado culturale e sociale per un quartiere che vuole liberarsi da un’immagine negativa ormai obsoleta e vuole sentirsi parte viva del contesto metropolitano». Quindi ha replicato a chi, come il consigliere regionale Maria Muscarà, ha parlato di rischio di cattedrale nel deserto: «Ci sono ancora dei lavori da terminare, ma posso garantire che la Federico II non ha mai lasciato progetti in sospeso e Scampia non è un deserto».
L’università conta un’aula magna da 520 posti, 33 aule per accogliere a regime 2660 studenti, 16 corsi di laurea triennale e 6 di laurea magistrale di Professioni sanitarie, 16 laboratori didattici, 16 ambulatori e stanze di degenza, un parcheggio sotterraneo da 90 posti auto e uno scoperto da 80 posti. Si sviluppa su 7 piani e un piano interrato. L’edificio ha 7 piani di cui 1 interrato. Le aule si trovano dal piano interrato e fino al secondo piano. In particolare le aule collocate al secondo piano si caratterizzano per la loro potenziale modularità: possono avere la classica disposizione con sedie allineate o avere posti distribuiti attorno a scrivanie per lavorare in gruppo o per svolgere esercitazioni. Al terzo piano ci saranno i laboratori didattici e per attività di ricerca che sono in corso di allestimento, Pertanto al momento le attività di tirocinio pratico dovranno ancora essere effettuate presso il Policlinico Federico II. Nella sede di Scampia si svolgeranno non solo le lezioni dei corsi, ma anche le sedute di laurea.
«La sede di Scampia è l’occasione per applicare nuove metodologie didattiche e formative ai primi anni dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie – ha spiegato Maria Triassi, presidente della Scuola di Medicina dell’Ateneo – l’obiettivo è realizzare qui un polo didattico della medicina altamente tecnologico in cui grazie all’impiego di strumenti e attrezzature di ultima generazione si possa offrire ai nostri studenti, i futuri professionisti della sanità, una didattica avanzata e di altissima qualità che consenta un’interconnessione tra la teoria delle lezioni frontali e la pratica nei laboratori». Il quarto e quinto piano della struttura saranno dedicati agli ambulatori per l’assistenza territoriale e dovrebbero essere operativi per l’inizio del 2023. Le prime attività assistenzialistiche saranno di specialistica ambulatoriale – ha spiegato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico, Giuseppe Longo – ‘che è espressione del territorio». I primi ambulatori saranno per disturbi nutrizionali, un Centro anti diabete e un Centro prelievi. Nella piazza, posta al centro dell’edificio, un albero di ulivo a simboleggiare la pace e la crescita dei giovani e del quartiere.
lunedì, 17 Ottobre 2022 - 20:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA