Governo, è Berlusconi show: sgambetto a Meloni sul ministero della Giustizia. E poi le imbarazzanti frasi sull’amico Putin


Sembrava finita con la pace di Canossa siglata a via della Scrofa tra una Meloni con un sorriso abbozzato e un Berlusconi che finge di non aver scritto gli appunti al veleno contro l’alleata e premier in pectore durante l’elezione di Ignazio La Russa.

E invece la pochade tra Forza Italia e Fratelli d’Italia con unico mattatore il Cavaliere è destinata a continuare dopo le clamorose dichiarazioni di ieri rese in esclusiva all’agenzia La Presse e riprese dai media che hanno rilanciato quella che sembra un azzeramento degli accordi tra i due partiti e un ribaltamento della pace appena sottoscritta a colpi di ministeri.

Ma si sa, quando c’è di mezzo Silvio Berlusconi tutto può accadere. Anche che, contravvenendo alla prassi costituzionale e al buon gusto istituzionale, si anticipi la lista dei propri ministri dandola in pasto alla stampa e, per di più, si sorpassi a destra colei che sarà premier imponendo un proprio nome in una casella pesante.

Parliamo del ministero della Giustizia dove Berlusconi ieri ha detto che porterà la ‘sua’ Elisabetta Casellati, da poco presidente del Senato, ex magistrato, fedelissima del leader di Forza Italia. Colei che in una indimenticabile puntata di talk show disse che Ruby Rubacuori era la nipote (marocchina) del presidente egiziano Mubarak. Tanto per ricordarne la fedeltà al leader.

In quel delicatissimo ruolo, invece, Meloni da sempre vuole a tutti i costi Carlo Nordio, il cui nome non è mai uscito dalla mappa del totoministri. Che Nordio sia l’unico ministro possibile per FdI lo conferma in serata anche La Russa.

Ma quella sul Guardasigilli non è l’unica presa di posizione di mister B. che imbarazza il centrodestra. Peggio fa citando Putin, col quale, dice, ha riallacciato i rapporti, complici le dieci bottiglie di vodka recapitate dal presidente russo all’amico in occasione del compleanno (dunque lo scorso 29 settembre) e la «lettea dolcissima» che le accompagnava. Un vero e proprio terremoto per Meloni che si da subito ha chiarito il radicamento atlantista del suo governo e l’appoggio incrollabile all’Ucraina. Tant’è che agli Esteri è stato scelto proprio il forzista Antonio Tajani, rassicurante simbolo delle istituzioni europee essendo stato presidente del Parlamento Ue.

Dentro Forza Italia, racconta l’Ansa, c’è chi vive con un certo imbarazzo una situazione che già si era complicata la settimana scorsa con il caso di Licia Ronzulli, fuori dal governo ma eletta capogruppo al Senato (quello alla Camera è Alessandro Cattaneo). Tajani nel pomeriggio diserta un convegno dove era atteso. E il clima è ancora più pesante negli uffici dove Meloni ha trascorso la giornata al lavoro, fra stupore e preoccupazione all’escalation di interventi di Berlusconi, di fronte al quale la leader si trincera dietro un freddo silenzio, così come fa Matteo Salvini.

Una tregua già traballante, dunque, quella tra il Cav e Meloni, che mostra crepe su tutti i fronti. Dalla «amarezza» di Forza Italia per il trattamento riservato alla Lega («a parità di elettori con la Lega, il modo in cui sono stati distribuiti i collegi uninominali ci ha portato 20 deputati e 10 senatori in meno»( espressa durante una riunione con i senatori in pattinata al rilancio sulla Giustizia col nome quasi imposto di Casellati su cui, dice Berlusconi, «c’è accordo assolutamente» fino all’elenco dei ministri forzisti (Tajani agli Esteri e vicepremier, Bernini alla P.a., Saccani all’Università, Pichetto all’Ambiente e alla Transizione ecologica e Casellati alla Giustizia». E per chiudere in bellezza, le frasi sul nemico numero 1 dell’Europa Putin.

 Intanto l’uscita di Berlusconi è letta come una sgrammaticatura istituzionale anche secondo gli alleati. «Credo che abbia semplicemente espresso i suoi desiderata perché annunciare ministri non è solo inopportuno ma anche irrispettoso dal punto di vista istituzionale» commenta il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi.

Velenoso l’affondo di Calenda (Azione) per l’opposizione: «L’unica cosa in più che può fare Berlusconi per non far nascere questo Governo è mettere una bomba a via della Scrofa».

mercoledì, 19 Ottobre 2022 - 08:15
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