Lancia un appello al Partito democratico, senza mai citarlo, affinché vada oltre gli steccati di partito. Ché, sottolinea, «i lombardi sono molto concreti» e stavolta c’è bisogno di «confrontarsi sui contenuti».
Dopo lo strappo con Attilio Fontana e il centrodestra di cui ha sempre fatto parte, Letizia Moratti cavalca la tigre di una lista civica e si lancia nella corsa a presidente della Regione Lombardia proprio in contrapposizione a Fontana. La sostiene, come noto, il Terzo Polo, già solleticato dall’idea di riuscire a entrare nel Pirellone. Ma la sfida elettorale per essere vinta ha bisogno di una coalizione larga e in questa partita il Partito democratico potrebbe fare la differenza. Solo che la maggior parte dei ‘dem’ non vuole scendere a patti con Moratti, perché Moratti è ritenuta una figura di centrodestra che non può in alcun modo porsi come interprete dei valori di sinistra.
Spiega l’eurodeputato del Pd, Pierfrancesco Majorino, a ‘L’aria che tira’ su La7: «Io credo che Letizia Moratti semplicemente non possa essere la nostra candidata, perché si colloca fuori dal centrodestra dopo che le è andata male la trattativa con Meloni e Salvini. Fino a 15 giorni fa chiedeva legittimamente di essere candidata di Meloni a Salvini. Le hanno detto di no. Io credo che la politica non possa essere così. È proprio un punto essenziale questo: non è che noi politici possiamo cambiare schieramento a seconda della convenienza».
Letizia Moratti, però, prova a spingere il Pd a guardare oltre i ‘colori’. «Io ho una mia storia che è liberale e popolare e che si ritrova nella dottrina sociale della Chiesa, caratterizzata da un percorso che cerca di guardare a una crescita che sia inclusiva», dice. E sottolinea: «Ho scelto una lista civica e sono appoggiata dal Terzo polo, ma sono aperta a tavoli di confronto concreti sulle diverse tematiche che sono di interesse per la nostra Regione. La mia è una lista aperta al confronto, e credo che in questo momento gli schemi politici e le etichette politiche siano superate dalla necessità di misurarsi sui contenuti».
Il Pd non vuole raccogliere. Anzi, sperava di riuscire a calare un asso nella manica: Carlo Cottarelli. Ma poche settimane fa l’economista ha ritirato la sua disponibilità a scendere in campo spiegando di essere pronto a candidarsi solo se sostenuto da una coalizione larga comprendente sia il Pd sia il Terzo Polo. Renzi e Calenda, però, vanno con Letizia Moratti e così Cottareli ha deciso di non cimentarsi nella ‘corsa elettorale’, lasciando il Pd nel mare in tempesta. I ‘dem’ non hanno un candidato alternativo e +Europa minaccia di sfilarsi ove mai i ‘dem’ pensassero di allargare il campo al Movimento 5Stelle.
La strada da seguire potrebbe essere tracciata nelle prossime ore. Fissato per il pomeriggio il tavolo della coalizione di centrosinistra per fare il punto sulle prossime elezioni regionali in Lombardia. All’incontro dovrebbero partecipare il Partito democratico, +Europa, i civici, Sinistra Italiana e Verdi. La coalizione è chiamata a decidere se optare per le primarie o, in alternativa, individuare un candidato unitario che rappresenti tutte le anime. Quanto al Pd, è poi l’assemblea regionale che esprimerà l’ultima parola sulle candidature: assemblea che, dovrebbe riunirsi in serata.
giovedì, 17 Novembre 2022 - 15:39
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