Il figlio del capoclan dei Casalesi, arrestato nel maxi blitz del 22 novembre, si difende nell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip. «In carcere non ho mai ordinato un omicidio, né comunicato all’esterno con un cellulare introdotto illegalmente, e non ho mai ordinato le estorsioni, fatte da altri spedendo il nome mio e di mio padre». Sono le parole di Gianluca Bidognetti, accusato di aver preso le redini del clan, un tempo guidato dal padre Francesco alias Cicciotto ‘e mezanotte.
Nell’operazione dei Carabinieri sono finite in manette anche le sorelle Teresa e Katia, i cognati e altri parenti. Gianluca Bidognetti, secondo la Dda di Napoli, ha riorganizzato dal carcere la cosca, pur essendo detenuto da oltre 14 anni, per il tentato omicidio di zia e cugina. Sarebbe dovuto uscire nel 2023, ma ora è stato colpito da un nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere.
Nel corso dell’interrogatorio, Bidognetti jr, difeso da Domenico Della Gatta, ha rigettato tutte le contestazioni dei pm anticamorra. A partire da quella di essere divenuto capo del clan. «Sono da quasi 15 anni in carcere, non avrei potuto fare nulla» sostiene il 34enne. A sua discolpa, cita la circostanza di non essere mai stato sorpreso con un cellulare in cella. L’unico sequestro riguarda una pennetta contenente film. Sul presunto agguato ordinato dal carcere – che avrebbe messo nel mirino un un parente di Emilio Martinelli, ritenuto un affiliato – Gianluca Bidognetti ha respinto con forza l’addebito. «Non ho mai ordinato un omicidio per la lite tra due bimbi, come ho visto scritto nell’ordinanza – dichiara – sono legato da una profondo amicizia ad Emilio Martinelli». Idem per l’accusa di estorsioni: «Non ho mai ricevuto soldi da nessuno, hanno solo usato il mio nome».
sabato, 26 Novembre 2022 - 08:04
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