Disastro di Casamicciola: la Procura di Napoli sta per acquisire le 23 pec inviate a diverse autorità, il 22 novembre, dall’ex sindaco del comune ischitano, Giuseppe Conte, per dare l’allarme sui pericoli del maltempo. Le mail – che secondo il mittente sarebbero rimaste senza risposta – chiedevano di evacuare alcune aree a rischio, in vista dell’allerta meteo. Un Sos lanciato quattro giorni prima della frana killer, per la quale si contano, finora, 8 vittime. La polizia giudiziaria, rappresentata dai Carabinieri -spiegano fonti investigative – ha ricevuto indicazione di recuperare i messaggi. Tra i destinatari delle pec di Conte, figurerebbero anche il sindaco metropolitano di Napoli, Gaetano Manfredi, e il prefetto Claudio Palomba.
Questo è solo uno dei filoni seguiti dagli inquirenti, impegnati in una riunione operativa in Procura, prolungatasi fino a stasera. L’obiettivo preliminare dei magistrati: stabilire se il disastro si poteva evitare, mettendo in campo attività di prevenzione. Ambienti investigativi, tra l’altro, smentiscono l’iscrizione di persone sul registro degli indagati. Nel pomeriggio, a Ischia, circolavano infatti voci di avvisi di garanzia. Invece l’indagine, al momento, resta a carico di ignoti. Gli accertamenti da compiere sono complessi, e la procura di Napoli – prima di ipotizzare responsabilità – vuol blindare l’inchiesta.
Fondamentale è la scelta dei consulenti tecnici, tra gli argomenti del briefing tra i pm. Gli incarichi saranno conferiti a specialisti del settore. Gli inquirenti sono consapevoli della pressione mediatica, quando su Casamicciola sono puntati i fari di mezzo mondo. C’è la determinazione di non lasciare nulla al caso, evitando fughe in avanti. Alla riunione, coordinata dal procuratore capo facente funzioni Rosa Volpe, hanno partecipato diversi sostituti procuratori. Un pool – mentre nel Paese monta l’indignazione per una sciagura forse evitabile – chiamato a cercare una verità, reclamata a gran voce.
martedì, 29 Novembre 2022 - 20:41
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