Chi doveva ascoltare l’allarme lanciato dall’ex sindaco Giuseppe Conte? Chi non è intervenuto su una situazione già nota, già grave, come quella che in via Celario ha portato alla frana che ha spazzato via case e vite?
La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo di indagine sugli allarmi lanciati dall’ex primo cittadino di Casamicciola. L’ex primo cittadino ha riferito di avere lanciato 4 giorni prima della tragedia, cioè il 22 novembre, delle pec (mail di posta certificata ndr) alle autorità competenti (al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciola, al sindaco della Città metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi e alla Protezione Civile della Campania) per avvertire dei rischi che correvano i cittadini della cittadina a causa delle abbondanti precipitazioni previste.
Gli altri filoni sui quali si snoderà il tortuoso percorso di accertamento degli inquirenti, che non è solo documentale, si concentreranno sulla manutenzione degli alvei e sui permessi edili ed eventuali decreti di demolizioni non eseguiti, riguardanti non solo le abitazioni travolte e interessate dalla frana assassina.
Proseguono intanto le operazioni di soccorso, diventate nel corso delle ore operazioni di ricerca dei corpi. Ieri è stato trovato l’ottavo cadavere, purtroppo quello del 15enne Michele Monti; i suoi fratellini Maria Teresa e Francesco erano già stati trovati senza vita, si cercano ora i corpi dei genitori Gianluca e Valentina Castagna e quelli di altri due dispersi.
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I vigili del fuoco hanno setacciato metro dopo metro la zona. In mattinata alcune squadre hanno dato il cambio agli operatori che nelle scorse ore hanno lavorato senza sosta. Intanto, anche questa mattina torneranno in attività i volontari per spalare il fango.
martedì, 29 Novembre 2022 - 08:47
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