Si chiama “La rete che libera (dentro)” il progetto di formazione nato per i detenuti di reati contro le donne e conclusosi recentemente a Napoli nel carcere “Giuseppe Salvia” di Poggioreale con risultati davvero incoraggianti nelle attività di gestione della rabbia, autocontrollo e di reinserimento in società degli autori di crimini così odiosi e sempre più diffusi.
Il nuovo percorso sperimentale che ha coinvolto 20 partecipanti della sezione “Sex offender” del braccio “Roma 3” dell’istituto penitenziario partenopeo è stato elaborato dall’associazione di promozione sociale “Nessun dorma” che ha predisposto un innovativo programma multidisciplinare finanziato con i fondi del Ministero di Giustizia.
Il progetto integra discipline quali la grafologia, la scienza della comunicazione non verbale, le scienze giuridiche e quelle psico-criminologiche ed ha visto impegnato un team di 6 professionisti, la maggioranza dei quali donne, già specializzati presso enti accreditati e addestrati al lavoro d’equipe nel trattamento degli autori di reati di cui al “Codice Rosso” nei percorsi ex art. 165, 5 comma del codice penale (per i quali l’ente è convenzionato con i tribunali di Nola, Napoli, Napoli nord e Torre Annunziata) e nel sostegno alle vittime (il metodo multidisciplinare è adoperato per l’individuazione delle loro criticità e delle risorse sulle quali fondare il percorso di sostegno).
«Siamo gratificati dai risultati – dichiara Lucio Barbato, avvocato e presidente dell’associazione Campana – in sei mesi di lavoro i detenuti hanno partecipato a colloqui individuali nei quali è stata osservata la loro comunicazione non verbale. Sono state poste domande dagli avvocati in merito alle loro posizioni giuridiche ed ai relativi procedimenti penali e li abbiamo stimolati ad adoperare strategie di problem solving in base alle specifiche risorse emerse. I reclusi, inoltre, sono stati impegnati nella partecipazione a gruppi di orientamento, il tutto con la finalità di sostenere quella reintegrazione del reo che passi attraverso un percorso di consapevolizzazione in grado di assicurare la garanzia della giustizia distributiva e della tutela sociale».
Durante la giornata conclusiva del corso, alla presenza del vicedirettore del carcere Stefano Martone, i detenuti hanno letto in aula un documento nel quale hanno raccontato la propria esperienza durante i mesi di formazione dicendo quali “risorse in dono” hanno ricevuto dagli incontri, ringraziando i professionisti coinvolti e dichiarandosi entusiasti di con tinuare il programma in attesa di una nuova edizione.
«E’ stata un’esperienza di crescita umana e professionale e desidero ringraziare i soci fondatori di “Nessun dorma” per il lavoro svolto – conclude Barbato – si tratta della Criminologa Caterina De Falco, la Psico traumatologa Annamaria Santangelo, l’avvocato Teresa Di Nuzzo, la Grafologa Silvia Napolitano e l’esperto di Comunicazione non verbale Giuseppe Giunta».
martedì, 20 Dicembre 2022 - 16:00
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