Napoli, le vite invisibili nella baraccopoli di via Marina

di Gianmaria Roberti

«In questi luoghi sono da anni che dicono dovrà sorgere una grande parco urbano, ed infatti periodicamente vengono fatti sgomberare i senza tetto, ma poi dopo alcuni lavori ritornano». A parlare sono i volontari “Angeli di strada Villanova”-Progetto Arca. Siamo in piazza Duca degli Abruzzi, nei pressi dell’ex mercato ittico a Napoli, a due passi dal palazzo dell’Agenzia delle entrate. Qui dovrà sorgere il Parco urbano della Marinella, atteso da oltre vent’anni. Nelle scorse settimane, il Comune ha provveduto ad una maxi bonifica, rimuovendo una discarica illegale, in vista dei lavori. C’è la volontà di inaugurare il parco a settembre 2023. Intanto, però, qui resiste una baraccopoli, dove trovano riparo gli invisibili.

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Le condizioni di vita sono proibitive. Non di rado, le tensioni sfociano in violenze. Il 10 dicembre, si è registrato un omicidio. Un 20enne marocchino è stato accoltellato a morte, al culmine di una lite con un connazionale. E giorni fa, sono tornati i volontari, per portare pasti caldi ai senza fissa dimora, assieme ad acqua, coperte, salviette umide. «La zona degradata del futuro parco urbano della Marinella – racconta Paolo Pace, volontario e consigliere della Quinta Municipalità – è oramai da anni il luogo dove trovano “alloggio” i senza fissa dimora. Sono soprattutto stranieri, specialmente magrebini e ghanesi, alcuni dei quali durante il giorno si alternano ai semafori di via Marina e strade limitrofe. Capita di vederli in gruppo che si organizzano per prepararsi con un fuoco di fortuna, per qualcosa da mangiare».

Agli occhi degli “Angeli di strada”, coordinati da Marcello Ciucci, la scena è ogni volta la stessa. «Negli ultimi tempi – spiega Paolo Pace – anche grazie ad alcune associazioni di volontariato, questi senza fissa dimora sono dotati almeno di tende o sacchi a pelo. Purtroppo in questa zona la pulizia è davvero pessima anzi spesso vedi passeggiare con tranquillità diversi ratti». Inoltre, «negli anni alcuni dei frequentatori hanno anche chiesto scope e prodotti per la pulizia di quei luoghi adibiti a loro dimora, ma non è affatto semplice. Proprio questo spazio è stato tristemente teatro un paio di settimane fa di una lite tra due stranieri conclusosi con l’accoltellamento mortale di uno di loro».

Di questi invisibili, i volontari ascoltano spesso le storie. «Colpisce – racconta Pace – che loro arrivano alla ricerca di un lavoro onesto, lasciano una casa e famiglia, ma non sempre riescono e dopo rientrare nel loro paese senza aver ottenuto nulla, anzi senza avere neanche un tetto sarebbe una frustrazione. Spesso comunque loro sono scappati da morte certa perché casomai perseguitati per molteplici motivi. In alcuni stati ad esempio se omosessuali possono subire la pena di morte». Sono vicissitudini destinate a restare ignote, come le loro esistenze. Verranno di nuovo a sgomberarli da qui. Ma, prima o poi, riappariranno, cercando uno spazio per sopravvivere.

martedì, 27 Dicembre 2022 - 11:03
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