Al rituale allarme per le carenze nell’organico dei magistrati e del personale amministrativo, quest’anno si aggiunge un Sos informatica. «In un mondo che va tutto verso il digitale» ricorda il presidente facente funzione della Corte d’appello di Napoli, Eugenio Forgillo, alla vigilia della inaugurazione dell’anno giudiziario. C’è, infatti «angoscia» e crea «criticità l’assenza negli uffici giudiziari – spiega Forgillo – di personale interno con qualifica informatica». E soprattutto «desta allarme nel distretto l’inefficienza dell’assistenza informatica esterna, continuamente fonte di doglianza da parte di chicchessia».
Una Caporetto digitale, insomma, per gli uffici giudiziari distrettuali. A questo si somma una «altrettanto critica» situazione «per la totale assenza di personale statistico, in un momento in cui tutte le attività devono essere costantemente ed efficacemente monitorate». Incombono, infatti, gli obiettivi fissati dal Pnrr, per la riduzione dell’arretrato: 40% nel settore civile, 25% nel penale, entro giugno 2026. Però il nodo è a trecentosessanta gradi. Tra le linee di intervento individuate dal ministero – per centrare i target imposti dal Pnrr – c’è l’investire nella trasformazione digitale, ma anche nel capitale umano.
E Forgillo, oltre a quelle per l’informatica, lamenta «gravi criticità per la carenza di vuoti d’organico dei magistrati, per lo più dovute ai tempi lunghi dei fisiologici avvicendamenti». Specialmente «per la Corte d’Appello, che pur essendo l’ufficio di vertice e destinatario delle impugnazioni dei provvedimenti dei 7 grandi tribunali del distretto, vede all’attualità la mancanza di ben 22 magistrati su 164 in organico». Non una novità, il sottodimensionamento delle toghe. Come pure «la carenza di personale amministrativo», ancora «più grave», essendo «già di per sé le piante organiche insufficienti a supportare le maggiori incombenze richieste dalle sopravvenute normative, ed in concreto mediamente erose dalle vacanze per oltre il 25%, specie nelle figure apicali, derivando gravi problemi di gestione e assicurazione dello svolgimento delle udienze».
Secondo il presidente della Corte d’appello, «peggiore ancora – se possibile – la situazione negli uffici del giudice di pace e comunque per la magistratura onoraria nella sua interezza – dove alle incertezze politiche e normative sul loro inquadramento istituzionale si associa altrettanta difficoltà di pianificazione delle tempistiche di nuovo reclutamento, che vanno ad aggiungersi ai tempi lunghi di svolgimento delle procedure selettive». Senza contare una «criticità diffusamente rilevata nel distretto, specie negli uffici del giudice di pace “mantenuti” a richiesta dei Comuni, le notorie difficoltà degli enti locali di reperire risorse interne in eccedenza da destinare alle cancellerie di quegli uffici». Non un problema secondario: in media, l’80% del contenzioso civile in Italia è affidato ai giudici di pace.
Ma in cima all’agenda, restano le tappe forzate per il Pnrr, attraverso l’implementazione dell’ufficio del processo. «L’assunzione, sia pur a tempo determinato di migliaia di funzionari giudiziari a supporto dei magistrati e del personale di cancelleria – afferma Forgillo – si è rivelata soluzione atta a tentare di risolvere le criticità delle pendenze troppo elevate, che hanno più volte esposto l’Italia a censure europee e lo Stato ad affrontare gli oneri dei pagamenti degli indennizzi per il ritardo nella risposta giudiziaria. I primi risultati statistici ci dicono che dovunque i risultati sono migliorati, nonostante i loro apporti siano tangibili solo a partire dal mese di aprile 2022». Tuttavia «preoccupa che molti funzionari vadano via appena trovano altra soluzione stabile, lasciando vuoto il posto, nonché il pericolo di dispersione delle energie alla fine del periodo di assunzione». E questo era da mettere nel conto.
venerdì, 27 Gennaio 2023 - 22:14
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