All’indomani dell’apertura del processo di primo grado a carico di una mamma, Adalgisa Gamba, accusata dell’omicidio volontario del figlio di 3 anni (soffocato e poi gettato in mare a Torre del Greco, in provincia di Napoli), un deputato di Fratelli d’Italia ha pensato bene di divulgare una nota per dire la sua su ciò che è accaduto un’udienza.
Un’udienza per così dire ordinaria, seppur carica di comprensibile tensione emotiva dati i fatti trattati. Non si sono verificati episodi straordinari, nessun imputato ha minacciato parti offese o, magari, ha compiuto atti eclatanti in aula. Né ci sono state offese ai giudici o momenti di bagarre che hanno reso necessario l’intervento della Penitenziaria. Niente di niente. Una Corte d’Assise ha, semplicemente deciso, di investigare ulteriormente sullo stato mentale della madre imputata al momento del fatto.
Lo ha chiesto la difesa e i giudici, nonostante il parere contrario della procura, hanno ritenuto necessario approfondire l’aspetto, perché quella particolare circostanza potrebbe pesare ai fini della valutazione. E, allora, nell’ottica di assicurare un giusto processo all’imputata, per quanto il crimine da lei commesso sia odioso, la Corte ha ritenuto di dover procedere in tal senso. E’ procedura. Nulla di più. Eppure un deputato di Fratelli d’Italia s’è rizzelato della decisione della Corte d’Assise e s’è scomodato persino a fare un comunicato, guadagnandosi qualche spazio sui giornali. Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fdi alla Camera, ha così dichiarato: «La decisione della corte di assise di Napoli di disporre una perizia psichiatrica per la signora Adalgisa Gamba, autrice del terribile omicidio del piccolo figlio a Torre del Greco, ci perplime e ci indica come si sia aperta la strada di una possibile seminfermità».
Dall’alto del suo impegno nella revisione degli articoli 88 e 89 del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale, Antoniozzi taglia corto: «È perlomeno singolare che una donna normale diventi psicotica in carcere – aggiunge Antoniozzi – ed emerge il solito sospetto che si voglia analizzare un fatto così cruento con il metodo della malattia, negando purtroppo che possano esserci espressioni di profonda cattiveria e crudeltà non mediate da altro».
Tradotto: Antoniozzi fa un processo alla Corte d’Assise e condanna i giudici per il solo fatto di avere deciso di effettuare una terza perizia, di cui peraltro non si conosce l’esito. La conclusione è chiara: per Antoniozzi, che ha pure una laurea in Giurisprudenza, se vi è la possibilità – durante un processo – di fare chiarezza, con tutti gli strumenti di legge, su zone d’ombra, essa non deve essere esperita se il crimine commesso tocca la pancia dell’opinione pubblica o le corde del nostro cuore. Inutile dire che i legali di Adalgisa Gamba, lette le dichiarazioni di Antoniozzi, sono andati su tutte le furie. Le circostanze riferite sono «palesemente false e fuorvianti» e «calpestano la presunzione di non colpevolezza sancita dall’articolo 27 della Costituzione, definendo una mera imputata ‘autrice del terribile omicidio del piccolo figlio», hanno scritto in una nota gli avvocati Salvatore del Giudice e Michele Coppola, legali di Adalgisa Gamba.
«Le perizie a cui la signora Gamba è stata sottoposta in carcere – spiegano gli avvocati – hanno unicamente accertato che le patologie dell’imputata potevano essere curate in carcere, ma non riguardavano assolutamente la sua capacità di intendere e volere». I due avvocati ricordano che «non era mai stata disposta una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere dell’imputata» e solo «a seguito della nostra richiesta probatoria, la Corte di Assise di Napoli ha ammesso la perizia psichiatrica e rinviato il processo». «Le dichiarazioni dell’on. Antoniozzi ci hanno lasciati senza parole» scrivono nella nota del Giudice e Coppola i quali si dicono perplessi sul fatto che un parlamentare «senza aver letto un singolo atto del procedimento penale, si lasci andare a faziosi e superficiali commenti su questioni processuali estremamente complesse e delicate».
Antoniozzi però non ci sta e replica agli avvocati aggrappandosi alla libertà di pensiero. «Rassicuro i legali della signora Gamba: ho il massimo rispetto per il ruolo degli avvocati e non discuto certo la legittimità delle loro azioni. Rispetto, però, la memoria di un bambino di due anni strappato alla vita dalla madre che, da quello che scrive il Gip e da precedenti visite non ha mai evidenziato un disturbo psicotico. Sono altrettanto sicuro che i legali della difesa – conclude Antoniozzi – rispetteranno il diritto di un parlamentare di intervenire su una vicenda del genere esprimendo perplessità sulle condizioni della signora, senza ovviamente valicare le competenze di medici e giudici». Praticamente Antoniozzi rivendica il potere di sproloquiare in quanto parlamentare.
domenica, 5 Febbraio 2023 - 17:31
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