Una ‘talpa’ in procura che favoriva la fuga di notizie a vantaggio dei Casamonica. E’ un’inchiesta delicata quella che i magistrati di Roma stanno conducendo guardando in casa propria.
Ieri una (ex) praticante avvocato, Camilla Marianera, è finita in carcere, stessa sorte è toccata al suo fidanzato. Lui, Jacopo De Vivo, è il figlio di “Peppone”, defunto, ex capo ultrà della Roma con precedenti di polizia e grande amico di Diabolik, al secolo Fabrizio Piscitelli, ammazzato nel 2019. I magistrati li accusano di corruzione per essere stati anelli centrali di una catena di trasmissione di informazioni riservate che partivano da ‘piazzale Clodio’. Informazioni che venivano vendute. E tra gli acquirenti vi sarebbero stati pure i Casamonica. A procurare i ‘clienti’ interessati a informazioni riservate sarebbe stato proprio De Vivo, mentre Marianera era quella che si attivava per reperire le notizie. «Conosciamo una persona che sta in procura nell’ufficio dove sbobinano le intercettazioni e a me fa tanti favori…», dice la giovane praticante avvocato ignorando di essere intercettata.
Secondo l’accusa sostenuta dai pubblici ministeri Francesco Cascini e Giulia Guccione, la ragazza avrebbe agganciato e corrotto un “funzionario” dell’ufficio intercettazioni della procura di Roma: all’uomo sarebbero stati corrisposti «non meno di 200 euro» per ogni nominativo su cui desiderava conoscere «l’esistenza di procedimenti penali e l’esistenza di intercettazioni». Il funzionario, ossia la ‘talpa’, non è stato ancora identificato, anche grazie alla sua abilità nel sapersi nascondere. A tal proposito scrive il gip Gaspare Sturzo: è «capace di comprendere come vendere le informazioni segrete, soprattutto senza farsi tracciare… magari utilizzando le chiavi di accesso di altri colleghi».
Camilla Marianera, invece, è stata meno avveduta. Sul conto della giovane, che fino al dicembre scorso ha svolto la pratica forense presso un noto studio legale di penalisti, ci sono diverse intercettazioni, che andranno valutate attentamente. In alcuni dialoghi la giovane si vanta di conoscenze importanti fatte durante il nuovo lavoro nello staff dell’assessore del Comune di Roma Monica Lucarelli. Un lavoro, viene sottolineato negli atti di inchiesta, che le consente di partecipare ai «comitati per la sicurezza pubblica» dove si parla di «notizie sensibili rispetto agli sviluppi di attività criminali». «Ho conosciuto il capo di Polizia (più verosimilmente un funzionario, ndr)», dice Camilla Marianera. Aggiungendo «di aver appreso notizie… sul conto della nota famiglia dei Casamonica».
I riflettori della procura su Marianera e De Vivo si sono accesi per caso: gli inquirenti stavano indagando su Luca Giampà per droga. Giampà è il compagno di Mafalda Casamonica, figlia di Giuseppe. Intercettando lui, hanno ascoltato un suo dialogo coi due fidanzati. «Io tramite il mio studio (estraneo ai fatti, ndr) così diciamo che conosciamo una persona che sta in procura nell’ufficio dove sbobinano le intercettazioni e tutto. E a me mi fa tanti favori, tipo che se gli metto il nome con la data di nascita…», diceva Marianera.
E ancora: «Davanti a me scrive sul computer, lui mi dice praticamente: inserito gps sotto la macchina, oppure predisposto ocp (osservazione controllo e pedinamento ndr) su via.. o sotto casa». Si parlava di informazioni sensibili da acquisire. E così s’è aperta la ferita all’interno della procura di Roma e si è iniziato a disegnare quello che è stato definito dal gip «un protocollo criminale».
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venerdì, 17 Febbraio 2023 - 15:28
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