Rimborsopoli, imbarazzo per Meloni: sottosegretario all’Università si dimette dopo la condanna. Scontro Fdi-Mulè

Augusta Montaruli (foto tratta dal suo profilo Fb)

Il passo indietro è arrivato quasi subito, non appena la Cassazione ha pronunciato sentenza. Ma la scelta del deputato di Fdi Augusta Montaruli di dimettersi dall’incarico di sottosegretario all’Università non ha salvato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia dall’ennesimo imbarazzo. Non solo: il caso Montaruli ha riportato a gallo le tensioni ormai sempre più evidenti, e difficilmente addomesticabili, tra Fratelli d’Italia e Forza Italia.

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Un passo indietro. Montaruli è stata condannata in via definitiva a un anno e 6 mesi per peculato, per l’uso improprio dei fondi del gruppo consiliari del Piemonte, negli anni dal 2010 al 2014, quando era consigliere regionale a Palazzo Lascaris (era stata eletto con il Pdl). I giudici supremi hanno applicato uno sconto di pena rispetto alla sentenza della Corte d’Appello di Torino, che nel 2021 l’aveva condannata a un anno e sette mesi. Gli ‘ermellini’ hanno confermato anche le condanne per l’ex presidente della Regione, il leghista Roberto Cota (un anno e sette mesi) e per l’ex deputato ed ex sindaco di Borgosesia Paolo Tiramani, sempre della Lega, (un anno e 5 mesi). A Montaruli la procura aveva contestato spese relative a cene, abiti di lusso, gioielli, borse, ma anche dei corsi sull’uso dei social network e dei libri. Spese improprie per un totale di 41.552 euro, nel periodo dal 2010 al 2012. L’accusa è divenuta verità processuale, verità che Montaruli continua a contestare. «Mi riservo di valutare l’opportunità di un ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Ho creduto, credo e continuerò a credere nella Magistratura», ha dichiarato. «D’altra parte – osserva -solo chi confida nella propria innocenza e nella Giustizia si sottopone a dibattimento ovvero per così tanto tempo al giudizio in modo pubblico benché  un procedimento simile, fin dall’inizio, sia stato mediaticamente esposto».

La condanna definitiva ha innescato una girandola di polemiche. Forte si è levato il coro di quelli che immediatamente hanno sollecitato le dimissioni di Montaruli e, tra questi, è spuntato il deputato di Forza Italia Giorgio Mulé che a Rainews24 aveva dichiarato: «Montaruli o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c’è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo». Parole che hanno innescato l’ennesimo scontro nelle forze di maggioranza. Quando Montaruli si è dimessi, Fratelli d’Italia è andata immediatamente all’attacco di Mulé: «Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: invece ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia.Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile». Le parole di Mulè, secondo le stesse fonti di Fratelli d’Italia (citate dalle agenzie di stampa), «hanno creato infatti non poco subbuglio in ambienti di FI, visto che anche Berlusconi è un condannato in via definitiva e ciò nonostante resta il deus ex machina degli azzurri». Senza contare, aggiungono fonti autorevoli di FdI, «che la vicenda Rimborsopoli in Piemonte, ha toccato punti drammatici con il suicidio dell’ex assessore regionale Angelo Burzi, tra i fondatori di Forza Italia nella Regione». Parole durissime che hanno spinto Mulè a chiedere a FdI di prendere le distanze da queste «gravissime, velenose e calunniose affermazioni al limite della minaccia». Pure Maurizio Gasparri, di Forza Italia, ne ha preso le difese: «Saranno certamente false le indiscrezioni attribuite da varie agenzie di stampa a ‘fonti autorevoli’ di Fdi, con incredibili offese all’onorevole Mulè e a Forza Italia. Nella speranza che siano tesi fantasiose, avendo espresso pubblica solidarietà alla mia amica Montaruli, non posso che esprimere pubblica e rafforzata solidarietà al mio amico e collega Giorgio Mulè, che del garantismo e del rispetto dei diritti è antico e coraggioso campione». Ma da Fratelli d’Italia, fino alle 11 di sera, non è arrivata smentita.

Montaruli ha affidato le dimissioni a una lettera: «Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza. Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla ‘protesta più forte’ di chi la vita se l’e’ tolta davvero poco più di un anno fa. Tutto questo si’ e’ stato decisamente imbarazzante. Concludo oggi questa vicenda ringraziando tutti i protagonisti perché nel giudizio verso una ragazza di ventisei anni, entusiasta di entrare per la prima volta in un’assemblea legislativa e che riteneva di non dover dubitare delle indicazioni sulle modalità di uso dei fondi dei gruppi, non sono stati mai severi quanto il mio. In ciò hanno determinato in maniera fondamentale, nel pubblico e nel privato, la donna che sono e che continua a battersi per ciò che è giusto».

La dimissioni di Montaruli non hanno però fermato gli attacchi provenienti dalla opposizioni e in modo particolare dal Partito democratico: «Ogni giorno assistiamo agli scivoloni e agli errori della classe dirigente di FdI. Ora siamo arrivati anche alle condanne definitive per peculato per la sottosegretaria Montaruli. Donzelli, Delmastro, Fazzolari con le sue uscite inopportune sono tutti ancora al loro posto. E tutto questo avviene nel silenzio imbarazzato degli alleati di governo e con la copertura politica di Giorgia Meloni. È la conferma dell’inadeguatezza di questa destra che, unita alle ambiguità della maggioranza sulla nostra collocazione internazionale, mette a rischio la credibilità del nostro Paese. In campagna elettorale ci hanno raccontato che erano pronti: stanno dimostrando l’esatto contrario», hanno dichiarato le presidenti dei gruppi parlamentari del Pd Simona Malpezzi e Debora Serracchiani.

domenica, 19 Febbraio 2023 - 23:23
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