Nell’inchiesta sui green pass anti-Covid ottenuti a seguito di falsi tamponi grazie alla complicità di medici e titolare di un centro di analisi, arrivano le prime condanne.
Maria Bosti (figlia del boss detenuto Patrizio Bosti, che è considerato tra i capi del clan Contini) e il marito Luca Esposito sono stati riconosciuti colpevoli di aver corrotto personale medico allo scopo di ottenere tamponi negativi necessari al rilascio dei green pass. Green pass utili a partire per Dubai.
Il giudice per le indagini preliminari della quinta sezione del Tribunale di Napoli li ha riconosciuti colpevoli di corruzione e falso: 5 anni e 6 mesi sono stati disposti per Luca Esposito, mentre 4 anni e 10 mesi sono stati inflitti a Maria Bosti.
I due imputati sono stati, invece, assolti dall’aggravante della matrice camorristica che la procura aveva contestato ritenendo che la condotta dei due avesse agevolato la cosca dei Contini. Proprio alla luce di questa imputazione il pm che ha sostenuto l’accusa in giudizio aveva proposto una pena più alta: chiesti 9 anni per ciascun imputato. Il collegio difensivo (composto dagli avvocati Raffaele Chiummariello, Annamaria Ziccardi e Nicola Pomponio) aveva invece messo in discussione l’aggravante, cosa già fatta in sede di Riesame: il Tribunale della Libertà, dodicesima sezione, si era allineata alla tesi difensiva, annullando a suo tempo l’aggravante ma la procura era andata avanti per la sua strada trascinando gli imputati a processo anche per quel caso d’accusa ‘ballerino’. E, alla fine, la difesa si è vista dare ragione anche in sede processuale.
Maria Bosti e a Luca Esposito, che per questi fatti sono detenuti in regime di arresti domiciliari dall’agosto scorso, vennero fermati il 17 gennaio del 2022 all’aeroporto di Fiumicino mentre stavano per imbarcasi su un aereo diretto a Dubai. Al momento dell’imbarco marito e moglie erano in possesso di un green pass frutto di vaccini mai avvenuti. La scoperta dell’imbroglio avvenne grazie ad alcune intercettazioni ottenute attraverso una microspia piazzata a bordo della Mercedes classe G in uso a Luca Esposito. «Ho pagato sette vaccini a truffa per mille euro l’unico», diceva.
Queste parole hanno dato il là ad una inchiesta più ampia che pochi giorni fa è sfociata negli arresti domiciliari per il medico Bruno Bevilacqua, 70 anni, e per la dottoressa Grazia Romairone, 62 anni. Indagato anche il direttore sanitario di un centro di analisi di San Giorgio a Cremano, il 55enne Roberto Gasso, dove sono stati lavorati i falsi tamponi: è stato raggiunto da un divieto di esercitare la professione, della durata di un anno, e da un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
mercoledì, 8 Marzo 2023 - 14:38
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