L’omicidio fu innescato da una banalità. La miccia che scatenò l’agguato contro Michele Coscia fu un piccolo incidente in occasione dei festeggiamenti per la vincita dell’Italia ai Mondiali di calcio del 2006.
Coscia, il cui fratello militava nel clan Stabile e fu per questo ucciso in un agguato nel 2014, si trovava in corso Chiaiano a Napoli e stava esultando insieme a diverse persone. Stava sventolando una bandiera, quando con questa toccò il figlio del ras (poi divenuto pentito) Salvatore Torino ‘o gassusaro, quest’ultimi già vicino ai Lo Russo di Miano.
Coscia fu ucciso a colpi di pistola lì dove sta festeggiando. Altre due persone rimasero ferite: un ragazzo di 21 anni e uno di 17 anni.
A distanza di 17 anni arrivano gli arresti per quell’omicidio. A sbloccare le indagini sono stati i racconti dei collaboratori di giustizia. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha chiesto e ottenuto (dal gip) un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i fratelli Luigi e Nicola Torino, rispettivamente di 45 e 43 anni. Entrambi sono figli del ras Salvatore Torino. Nicola era già detenuto.
Agli atti dell’inchiesta anche le dichiarazioni di un testimone oculare che assistette all’incidente: l’uomo disse che il ragazzino venne colpito mentre era seduto su uno scooter, davanti a un bar di corso Chiaiano. Il ragazzino reagì insultando Coscia il quale colpì il parabrezza del motociclo, rompendolo. L’amico di Coscia offrì anche un risarcimento da 100 euro, ma il ragazzino rifiutò i soldi. Dopo un breve passaggio a casa l’amico di Coscia tornò davanti al bar dove vide il ragazzino indicare a delle persone che erano insieme con lui su tre scooter colui che l’aveva colpito e rotto il parabrezza dello scooter: una di queste, poi identificata, cominciò a sparare diversi colpi di pistola contro Coscia, ferendo alle gambe un altro amico della vittima e una ragazza. Dall’autopsia emerse che la Coscia era stato raggiunto da ben sette proiettili.
martedì, 14 Marzo 2023 - 08:38
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