Il sistema è quello di ‘gettare l’amo’ e poi attendere di sapere chi abbocca. «File di denuncia contro di te», recita l’oggetto della mail inviata a tappeto. Lo user del mittente è di quelli che fa trasalire: “Polizia di Stato”. Ma l’indirizzo del mittente fa subito capire che ci sta poco da fidarsi: polices.inter11@outlook.es
E’ questa la esca ‘visiva’ che una banda di truffatori radicata online lancia nel tentativo di agganciare la preda cui verranno spillati i soldi. Una volta aperta la mail, si vede una foto di grandi dimensioni di un agente in divisa che guarda un monitor sul quale sono ritratte impronte digitiale. La foto è chiaramente materiale reperito su Internet, sicuramente riferito a qualche operazione di polizia realmente avvenuta e resa nota alla stampa. Dopo la foto parte la ‘comunicazione’, come se le notifiche su notizie di reato possano avvenire via mail. Attenzione: prima del messaggio, vi sono il nome e il cognome, nonché il grado, di chi sta inviando la nota, ossia «Lamberto Giannini, capo della Polizia e direttore generale della Pubblica Sicurezza». E’ un modo per tentare di abbattere le prime reticenze dei destinatari della mail. Lamberto Giannini è per davvero il capo della Polizia: i truffatori, chiamandolo in causa, contano di convincere chi legge della bontà della mail, sicuri del fatto che in molti cercheranno su Google notizie su Lamberto Giannini.
Quindi procediamo, arriva il contenuto della mail scritto in un italiano claudicante.
«Ciao
La vostra attenzione
Dopo alcuni mesi di ricerche su di te abbiamo rilevato attività inaccettabili. Hai commesso un crimine.
Autorizzato, in particolare nel settore della pornografia infantile,
Sito pornografico, Porno su Internet,
Esibizionismo per informarti che sei tu il soggetto
Diversi procedimenti giudiziari in vigore: Sito di pornografia infantile»
Chiarito (si fa per dire) quali sono i reati contestati, arriva l’invito:
«Siete quindi convocati alla Polizia Federale vi preghiamo di risponderci via email per ulteriori informazioni per questa scadenza, siamo obbligati ad inviare la vostra denuncia
al procuratore generale di Bruxelles Johan Delmulle per poter emettere un mandato d’arresto e ti arresteremo immediatamente e sarai registrato nel registro nazionale degli autori di reati sessuali».
La speranza è che qualcuno risponda per davvero alla mail, magari spaventato dalla circostanza di essere stato coinvolto per errore in una inchiesta per fatti gravi. Così parte poi il furto di dati e si apre una catena di imbrogli online ai danni del malcapitato destinatario che ha risposto.
Va ricordato che in caso di procedimenti penali aperti a carico di una persona, le forze dell’ordine (polizia, carabinieri, finanza) non inviano email. Le notifiche di atti giudiziari avvengono a mano.
sabato, 25 Marzo 2023 - 16:53
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