Una decisione improvvisa, alla vigilia dell’ennesima udienza per il riesame delle misure cautelari nei suoi confronti: Eva Kaili nelle prossime ore potrà fare rientro alla sua abituazione agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico concessi dalla giustizia belga. Era la mattina del 9 dicembre scorso quando l’ex vicepresidente del Parlamento europeo fu arrestata in flagranza di reato, nell’ambito dell’inchiesta belga Qatargate, con valigie piene di denaro contante in casa. La polizia fermò anche il padre della politica greca, subito rilasciato, mentre scappava con una valigia piena di soldi.
Kaili è stata accusata, al pari del suo compagno e assistente parlamentare Francesco Giorgi – uscito dal carcere a fine febbraio -, di associazione criminale, corruzione e riciclaggio. Avrebbe aiutato l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri a mettere in piedi un giro di soldi sporchi tra Bruxelles, Doha e Rabat per influenzare le politiche comunitarie. Sono stati 4 mesi durissimi, in condizioni carcerarie pesanti. E solo due appuntamenti al mese per poter vedere la figlia di due anni.
«Esce dal carcere a testa alta – afferma il suo avvocato, Michalis Dimitrakopoulos – non ha confessato reati che non ha commesso, lotterà per la sua innocenza fino alla fine».
mercoledì, 12 Aprile 2023 - 22:33
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