Scioglimento per infiltrazioni del comune di Castellammare di Stabia (Napoli), il Tar del Lazio ha respinto il ricorso proposto dall’ex amministrazione comunale di centrodestra. Secondo i giudici sono corrette le risultanze dell’attività di indagine e sono significativi gli elementi indiziari emersi, sfociati nel decreto di scioglimento.
Per la sentenza del Tar Lazio l’istruttoria svolta dall’autorità «descrive un contesto generale che depone per una non occasionale ‘contiguità’ tra gli organi comunali e la criminalità organizzata», nonché «un quadro connotato da diffusa illegalità e condizionamento».
Tra gli elementi considerati: «Le varie operazioni di polizia giudiziaria sfociate anche nella applicazione di misure cautelari; il rilevato palesato sostegno elettorale, confermato dalle risultanze giudiziarie, di esponenti della locale criminalità in favore di taluni candidati che facevano parte della lista che sosteneva l’organo di vertice dell’ente; la riscontrata rete di rapporti parentali e di frequentazioni che esisteva da taluni amministratori e esponenti delle locali consorterie; la partecipazione del primo cittadino quale testimone di nozze al matrimonio di un soggetto legato a locale famiglia mafiosa e la presenza in seno al consiglio comunale di amministratori gravati da legami con i medesimi esponenti dei clan camorristici». Inoltre, è da ritenersi «irrilevante» l’eventuale intervenuta assoluzione di alcuni soggetti coinvolti in una serie di procedimenti penali.
«Il Tar rigetta il ricorso. Giusto lo scioglimento per camorra del Consiglio Comunale di Castellammare – commenta sui social Tonino Scala, segretario regionale di Sinistra Italiana ed ex consigliere di opposizione a Castellammare -. Non c’è da gioire. È solo l’ennesima conferma di quello che è accaduto alla mia città. La camorra è entrata nel Palazzo Comunale. Chi ha governato nella migliore delle ipotesi non è stato argine alla criminalità». Secondo l’esponente della sinistra, «il fatto che solo ora il Tar, a pochi mesi dalla conclusione dei lavori della commissione, si esprima e che non ci siano ancora le incandidabilità, la dice lunga su quello che è diventato il nostro Paese. Rasentiamo il ridicolo anche su temi così delicati come la mafia, le camorre, le infiltrazioni. Unica certezza in questa brutta storia è che bisogna fare tesoro del passato, da qui bisogna ripartire. Mi spiego meglio, coloro i quali hanno prodotto lo scioglimento, direttamente o indirettamente, devono stare lontani non solo dalle liste elettorali. La camorra non vale niente, è il vero cancro di questa terra insieme a chi fa finta di non vedere, nel migliore dei casi, o fa accordi».
lunedì, 17 Aprile 2023 - 17:39
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