«Magistrate finalmente», a Napoli il libro sulle «prime giudici d’Italia». Troianiello: «Donne e diritto, la Giustizia è più umana»

troianiello garzo di caro
Da sinistra: l'avvocato Immacolata Troianiello, l'autrice Eliana Di Caro e il magistrato Elisabetta Garzo

E’ stato presentato nella biblioteca “De Marsico” di Castel Capuano, il libro “Magistrate finalmente. Le prime giudici d’Italia” scritto da Eliana Di Caro e dedicato alle prime donne che a metà degli anni sessanta, ebbero la possibilità di partecipare al concorso per la carriera di magistrato, e di vincerlo.

Alla presenza dell’autrice, sono intervenuti il procuratore generale Luigi Riello, il presidente reggente della corte d’Appello Eugenio Forgillo, il presidente del Tribunale Elisabetta Garzo, il presidente dell’Ordine avvocati Immacolata Troianiello e Patrizia Intonti, presidente della biblioteca “De Marsico”.

Nel suo saluto introduttivo, elaborato con il consigliere Nathalie Mensitieri, il presidente del Foro di Napoli, Troianiello, ha sottolineato gli sforzi fatti dalle donne per conquistare un ruolo centrale, e non più marginale, nel mondo giudiziario. «Sosteneva Charlotte Whitton che le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile. Io penso che a furia di lottare per se stesse, si è rischiato di fare del bene anche agli altri. E’ infatti stato un bene per la collettività, e per la giustizia in particolare, l’entrata dell’universo femminile nei luoghi di celebrazione dei diritti, che si sono arricchiti di sguardi più umani, di parole più rispettose, più essenziali, responsabili e competenti», ha commentato l’avvocato Troianiello.

«E’ innegabile il contributo dato dalla presenza femminile alla costruzione di una società più giusta, eticamente sostenibile, più equa per tutti. L’inclusione e l’uguaglianza sono declinate al femminile. Non è un caso. La strada per l’abbattimento del “gap di gender” è ancora lunga, lontanissima la mèta della vera parità, quella che non conosce gli stereotipi, neppure quelli entrati nel linguaggio delle stesse donne. E’ dunque importante riportare alla memoria chi ha percorso per prima la strada che sarà stata certamente piena di insidie, di tratti bui, di percorsi tortuosi e solitari ma che ci ha consegnato oggi e che noi tutti abbiamo il dovere illuminare, manutenere, indicare ai nostri figli», ha concluso.

mercoledì, 10 Maggio 2023 - 19:23
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