Camorra, lo spaccio ai Quartieri Spagnoli controllato da 2 gruppi: intercettazioni e filmati dello spaccio, 53 arresti


All’indomani della sua scarcerazione, avvenuta nel 2019, s’era rimesso in affari. Ché il carcere per lui non è stata esperienza di recupero e di riscatto, ma solo un periodo di transizione tra un’attività illecita e un’altra. Eduardo Saltalamacchia, storico malavitoso dei Quartieri Spagnoli, è stato arrestato questa mattina all’alba per effetto di una maxi inchiesta che ha acceso i riflettori sullo spaccio di stupefacenti nei vicoli che si affacciano su via Toledo.

Le ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli sono ben 53 e hanno interessato due gruppi criminali, uno – quello più colpito – fa capo appunto ad Eduardo Saltalamacchia e vede la partecipazione di altri nomi noti di cronache e inchieste, Vincenzo Masiello detto ‘cucù’, ed Antonio Esposito.
L’altro gruppo, invece, fa capo a Carmine Furgiero, alias “o’pop”, e al figlio Luigi, dedito ad un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta. Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Le indagini, condotte da carabinieri e polizia, poggiano su un nutrito compendio di intercettazioni e su numerose video-riprese che hanno consentito di ricostruire la frenetica attività di vendita di spaccio.

Una delle ‘piazze’ più attive era quella cosiddetta ‘della sposa’, coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della famiglia Furgiero. E i Furgiero avevano predisposto una capillare rete di vendita a domicilio: ci si avvaleva di pusher ‘rider’, che, a seguito di contatti telefonici necessari per raccogliere le ‘ordinazioni stupefacenti’, provvedevano a recapitare le dosi di droga a domicilio, direttamente presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi.

Il gruppo di Saltalamacchia controllava in modo particolare le zone della Pignasecca, di Largo Baracche e della Speranzella. A sua volta Masiello, oltre a lavorava con Saltalamacchia, gestiva in proprio una propria ‘piazza’: questa era presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti. Lo stupefacente era detenuto e confezionato all’interno di un immobile sito in Vico Teatro nuovo. L’attività era gestita da Vincenzo Masiello e dal padre Antonio detto ‘o nù’.

Infine dalla indagini è emerso che i gruppi Masiello e Saltalamacchia era in buoni rapporti, tanto che il gruppo Saltalamacchia avrebbe sostenuto i Furgiero dall’attacco di un clan rivale. Il 18 maggio 2020, in vico Taverna Penta, gli spacciatori del gruppo Fugiero lì presenti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti ad un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.

«Lo spessore criminale del sodalizio in parola è stato comprovato dalla ricostruzione del citato episodio in occasione del quale, a seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Saltalamcchia Eduardo, Esposito Antonio e Masiello Vincenzo, ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche ferite», si annota in un comunicato stampa.

lunedì, 29 Maggio 2023 - 10:49
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