La storia è di qualche giorno fa, ma vale la pena raccontarla. Michele Ruggiero e Alessandro Pesce, magistrati inquirenti entrambi e attualmente in servizio alla procura di Bari, sono stati rimossi dal loro incarico di pubblico ministro e trasferiti al nord dove svolgeranno il lavoro di giudice civile. E’ una punizione, l’ha stabilita il Consiglio superiore della magistratura all’esito di un procedimento disciplinare.
Ma il punto è che, a guardare bene la vicenda, la sanzione comminata, che sulla carta è pure pesante, pare assai distante dalla gravità delle condotte addebitate a Ruggiero e Pesce. Michele Ruggiero e Alessandro Pesce sono finiti sotto ‘accusa’ per una storia assai grave: minaccia di testimoni. I fatti erano così antipatici che il procuratore generale aveva proposto la radiazione, ma il Csm ha salvato la toga di Ruggiero e Pesce. Certo, i magistrati non faranno più i pubblici ministeri ma decideranno comunque delle vite altrui. O meglio, del portafogli altrui. E a questo punto la domanda si pone da sola: un magistrato che intimidiva i testi può avere l’equilibrio per giudicare?
Partiamo dal principio. Qualche anno fa Michele Ruggiero e Alessandro Ruggiero coordinano, in qualità di pm in servizio alla procura di Trani, l’inchiesta sul ‘Sistema Trani’ che conduce anche all’arresto dell’allora sindaco di Trani Luigi Riserbato. Qualche tempo dopo i due magistrati si trovano indagati, a seguito di un esposto anonimo, per tentata violenza privata, perché esercitarono pressioni indebite su due testimoni per costringerli ad ammettere di essere al corrente del pagamento di tangenti all’ex comandante della polizia municipale di Trani, Antonio Modugno, per l’acquisto di apparecchi photored e minacciandoli, in caso contrario, di farli arrestare: «Se quello che voi ci dite non converge, lei se ne andrà in galera».
Ruggiero e Pesce finiscono sotto processo e vengono condannati. E la condanna diventa definitiva il 30 genanio con la decisione della Cassazione di respingere il ricorso degli imputati: 6 mesi a Ruggiero e 4 mesi a Pesce, pena sospesa per entrambi. Con la condanna si apre il procedimento disciplinare dinanzi al Csm. Il pg chiede la radiazione ma il Csm dispone la sospensione di due anni per Ruggiero (la durata massima prevista della legge e, per gravità, la sanzione che precede la radiazione) e 9 mesi per Pesce e dispone il trasferimento di Ruggiero a Torino e di Pesce a Milano, con il passaggio di entrambi alla funzione di giudice civile. Un’aggiunta: Ruggiero è indagati, a Lecce, in altri due procedimenti con accuse analoghe scaturite dalle denunce di altri due imputati (uno condannato) in «Sistema Trani».
mercoledì, 31 Maggio 2023 - 16:41
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